Quei messaggi che non costano nulla
SMS 1992. Il primo sms della storia, fu spedito a dicembre di quell’anno: era il 1992.
Durante le feste natalizie Neil Papworth, inviò attraveso il proprio computer, quello che sarebbe stato il precursore degli attuali SMS: Merry Christmas.
Così era scritto nel messaggio recapitato al cellulare dell’amico Richard Jarvis.
Un messaggio augurale che spianò la strada ad un innovativo sistema di comunicazione che dopo diversi anni, continua ad essere in perenne e costante crescita.
Il termine SMS prende il nome dall’inglese Short Message Service, e sta ad indicare appunto i tanto decantati messaggini.
Sviluppati agli esordi per la rete GSM, sono diventati di uso comune su tutti i tipi di reti e quindi su ogni cellulare.
Altra peculiarità, quella di poter essere inviati-ricevuti sia su cellulare che su computer, oltre che su alcuni telefoni di rete fissa.
Il grande successo e la conseguente diffusione di questo servizio sono caratterizzati sopratutto nella possibilità di leggere il messaggio in un qualsiasi momento successivo alla ricezione.
Inoltre si può mandare lo stesso messaggio a più persone contemporaneamente e con un solo invio, senza trascurare il fatto non meno importante della discrezione dei messaggini stessi nei rapporti interpersonali.
Altro punto di forza nei primi anni della nascita dei messaggini, quello di poter essere inviati e ricevuti spendendo pochisssimo o addirittura niente.
Col tempo però le cose sono molto cambiate e i messaggini sono arrivati ad avere un costo che spesso supera quello delle telefonate.
Salvo poi scoprire che tale costo è immotivato.
Addirittura è emerso che gli SMS sono gratis o, per meglio dire, a costo zero. Nel senso che zero è il prezzo che pagano gli operatori di telefonia mobile per produrre i famosissimi messaggini a 160 caratteri di testo, per poi rivenderli al consumatore finale, a costi esorbitanti.
Come ciò non bastasse, noi italiani, siamo quelli che pagano il prezzo più caro d’Europa per l’invio degli stessi.
Addirittura il prezzo è spesso superiore a a quello necessario per inviarne uno dall’estero verso l’Italia.
Il costo medio di un sms nel bel paese oscilla tra i 7 e i 15 centesimi.
Ormai gli SMS fanno parte della nostra vita quotidiana.
Per quanto riguarda l’utenza sopratutto adolescenziale poi, l’sms è il mezzo di comunicazione più utilizzato dal quale scaturisce un giro d’affari di parecchi milioni di euro.
Questi soldi vanno a finire dritti dritti nelle tasche degli operatori i quali, non avendo costi di produzione, si possono permettere di tariffare gli SMS a proprio piacimento.
Come si è scoperto che i messaggini non costano niente agli operatori?
Il senatore Herb Kohl dello stato del Wisconsin, negli Stati Uniti, ha voluto indagare in merito alla vicenda ponendo un semplice quesito agli operatori telefonici: «Ma a voi quanto costa l’invio di un sms?».
Domanda semplice, breve e coincisa. Le risposte, al contrario, sono state lunghe, vaghe e tutt’altro che esaurienti.
A questo punto il Senatore ha pensato di documentarsi rivolgendosi ad un ricercatore universitario.
Scioccanti le dichiarazioni del Pof. Keshav:
«All’operatore un sms costa zero. Così come un milione di sms. Sempre zero».
Il professore, oltre a fornire il dato scottante, ha anche spiegato tecnicamente la fondatezza della propria dichiarazione:
«Gli sms contengono una mole di dati talmente bassa (140 byte) da poter viaggiare nascosti nel segnale che collega il cellulare al ripetitore più vicino, in quella porzione di spazio denominata Control Channel, ovvero un segnale sempre presente anche quando non transitano sms».
Le dichiarazioni del Prof. Keshav sono servite a chiarire anche un altro aspetto finora inspiegabile e inspiegato: perche gli sms hanno il limite di 160 caratteri?
Il motivo sarebbe proprio che il centosessantunesimo carattere farebbe scoprire alla rete l’sms che fino a oggi ha viaggiato ben nascosto: a quel punto inviare un messaggio avrebbe un costo per l’operatore che, secondo Keshav, ha tutto l’interesse a mantenere le cose come stanno.
Anche da noi, come negli Stati Uniti le compagnie evitano di commentare o si mantengono sul vago, negando comunque che i costi siano nulli e giustificandoli da costi infrastrutturali, di trasporto dell’sms, e di monitoraggio.
I consumatori di casa nostra intanto, organizzano l’ennesimo sciopero degli SMS indetto per martedì 1 dicembre 2009.
Una buona notizia arriva dalla puntata di venerdi 21 novembre della trasmissione Mi manda rai tre.
Nel corso del programma si è trattato l’argomento SMS su cui è intervenuta anche l’Autorità garante per le comunicazioni che ha chiesto la collaborazione delle compagnie telefoniche onde adottare una soluzione finalizzata a ridurre il costo dei messaggi.
Staremo a vedere come si evolverà la vicenda sperando, che non si concluda con un nulla di fatto.
Per fortuna c’è chi, armato di conoscenze tecniche e tanta creatività, ha realizzato un software in grado di mandare sms gratis dal telefonino, sfruttando internet.
Quando Neil Papworth inviò dal proprio computer all’amico Richard Jarvis il primo sms della storia, sicuramente sapeva che stava mettendo alla luce qualcosa di estremamente innovativo nel campo della comunicazione.
Probabilmente neanche lui però, ne avrebbe immaginata una portata così ampia. Chissà, ad avere il numero del suo cellulare glielo potremmo anche chiedere mandandogli un SMS.
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KDeP.
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