Via Libera al nuovo redditometro da parte del Garante della Privacy che ha però stabilito delle regole più chiare e probabilmente definitive. In breve, l’Agenzia delle Entrate potrà basarsi solo su spese certe e non su quelle medie calcolate in base ai dati Istat.
L’erario dovrà inoltre specificare con chiarezza, in caso di un invito al contraddittorio, quali informazioni il contribuente sarà obbligato a comunicare e quali invece sono facoltative.
Le modifiche che dovranno essere obbligatoriamente apportate, potrebbero far slittare i controlli senza per questo pregiudicarne il processo.
Niente più ispezioni selvagge quindi, ma il pieno rispetto delle nuove norme che si configureranno in verifiche più corrette e coscienziose.
Il parere del Garante sul nuovo redditometro, comporterà una riduzione del numero di avvisi che quest’anno saranno inviati a cittadini e imprese; erano previste circa 35 mila lettere ma, almeno per il 2013, saranno molte meno.
Le restanti saranno rimandate all’anno prossimo, senza per questo inficiare la fattibilità di eventuali contestazioni.
La verifica dell’Autority ha evidenziato numerosi aspetti critici al redditometro così com’era stato pensato; necessario quindi il suo intervento per conformare il sistema alle leggi attualmente in vigore.
La cosa che più aveva sollevato forti dubbi sia tra tra i contribuenti sia tra gli esperti del settore, riguardava il fatto che, potevano essere considerati potenziali evasori, non solo coloro che avessero delle spese reali superiori al reddito dichiarato, ma anche chi, pur non avendo reddito o essendo in linea con le spese, queste fossero inferiori a quelle calcolate dalla media Istat.
Questo perché, così come ha esplicitato il Garante, la richiesta di tali dati, relativi ad ogni aspetto della vita quotidiana, anche riferibili al passato, contrastano e sono in violazione coi principi della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo.
Se si fosse intrapresa questa strada, sarebbero stati ben notevoli i margini di errore, in eccesso o in difetto.
Altro aspetto di cui non si terrà conto nel nuovo Redditometro riguarderà il Il cosiddetto fitto figurativo, ovvero, l’attribuzione di una spesa presunta ai soggetti che vivono in una casa non di proprietà, per la quale non hanno nemmeno un contratto di affitto oppure l’uso dell’immobile non avviene nemmeno a titolo gratuito (in mancanza di un’abitazione in proprietà o locazione nel comune di residenza).
Basti pensare che, nella sola proiezione di rilevazione, erano stati attribuiti a ben 2 milioni di persone minorenni, delle spese presunte per l’affitto di una casa.
Praticamente, d’ora in poi, il fisco potrà usare solo specie certe e dati certi come ad esempio l’eventuale possesso di beni o utilizzo di servizi e relativo mantenimento; stop assoluto ad uso improprio di spese presunte, approssimative o peggio ancora prive di fondamento.
Staremo a vedere se, quanto dettato dal Garante, sarà messo in pratica dall’agenzia delle entrate così come richiesto, oppure se, ancora una volta, da qui a qualche mese il nuovo redditometro avrà bisogno di ulteriori aggiustamenti.
Rimodulazione o meno, riguardo il redditometro, molti dubbi rimangono: servirà davvero?
Come mai quando vengono scoperte le evasioni colossali (vedasi i 98 miliardi evasi delle società delle slot machine) si lascia correre facendo pagare solo pochi spiccioli?
Domande a cui non è facile dare risposta; per il momento non possiamo far altro che aspettare e vedere se finalmente si riuscirà a stanare gli evasori (quelli veri).