Banche: Nuova Tassa sui Prelievi

    Diverse banche italiane si sono inventate un altro modo per far soldi: la tassa sul contante. In pratica, per qualsiasi prelievo di denaro fino a 2000 euro fatto allo sportello, bisogna pagare un importo variabile da uno a tre euro. Come sempre, ne faranno le spese sopratutto gli anziani e i piccoli correntisti.


    Alcune banche si sono già preoccupate di avvisare i propri clienti, altre si stanno adoperando per farlo.

    Secondo quanto riportato sui media, rientrano nella lista degli istituti creditizi che hanno deciso unilateralmente di applicare la tassa sul contante: Bnl, Mps, Ubi, Cariparma, Popolare di Milano, Monte dei Paschi, Unicredit.

    Considerati i rendimenti medi di un conto corrente di circa lo 0,03%, ciò vuol dire che ci vogliono più di 10 mila euro depositati sul conto per un anno intero, per compensare i 3 euro del costo di un solo prelievo fatto allo sportello.

    Se è vero che la banca offre un servizio e per questo deve essere pagata, è altrettanto vero che quel servizio è effettuato su soldi del cliente e su soldi sui quali non c’è ormai alcun interesse.

    Secondo Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, il nuovo balzello è un’operazione in linea con le indicazioni sulla riduzione della circolazione del denaro contante ed ha l’obiettivo di favorire l’uso delle carte di credito e dei bancomat.

    Opinione diversa quella di molte Associazioni dei Consumatori. Adusbef e Federconsumatori ad esempio, stanno preparando un esposto all’Antitrust per pratiche commerciali scorrette, predisponendo anche delle azioni legali necessarie ad impedire alle banche di penalizzare i consumatori.

    Vero è che le banche non sono istituti di beneficenza ma imprese come tutte le altre ed hanno, come obiettivo primario, quello di fare soldi.

    E nell’attuale economia di mercato, purtroppo, sono sempre i consumatori a farne le spese in ogni settore.

    Purtroppo le banche sanno che molto raramente i clienti sono disposti a informarsi, cambiare, trovare altre banche che applichino condizioni più convenienti.

    Sembra quasi che il consumatore sia stupido e voglia trovare la pappa pronta, o magari qualcuno che risolva il problema al suo posto, magari tenendo le commissioni bancarie basse. Ma è davvero così?

    Perchè le persone spesso non cambiano banca

    Cambiare banca non è come cambiare il benzinaio, il supermercato o il macellaio, operazione semplicissima che può essere fatta anche ogni giorno, se ci si rende conto che un negoziante è più conveniente rispetto ad un altro.

    Con le banche le cose sono un tantino più complesse. Ad esempio gli utenti che hanno la domiciliazione bancaria delle utenze, se cambiano banca devono rifare tutta la procedura con le nuove coordinate e ci vuole del tempo.

    Bisogna quindi ricordarsi di pagare le singole bollette: telefono, gas, energia elettrica, ecc. A volte possono trascorrere anche alcuni mesi prima che le domiciliazioni vengano attivate sul nuovo conto.

    Poi bisogna comunicare a chiunque ci invia o potrebbe inviarci bonifici periodici (accredito dello stipendio, affitti, ecc) che si è cambiato banca, perdendo altro tempo.

    Se si usa il bancomat bisogna restituirlo, aspettare il nuovo, imparare nuovi codici di sicurezza.

    Infine se si utilizzano i servizi di home banking bisogna imparare ad utilizzare l’interfaccia del sito web, oltre che memorizzare i relativi dati di accesso. Se poi ci sono mutui o prestiti in corso i problemi si complicano maggiormente.

    Pertanto, se talvolta gli utenti non cambiano banca, lo fanno per evitare impicci e grattacapi o per poca dimestichezza con la burocrazia, oppure ancora per mancanza di tempo. Altro che sprovveduti.

    Si può risparmiare sui costi bancari?

    Magari chi ha tempo e sa come districarsi, può cambiare banca anche più volte l’anno, poichè non c’è alcuna garanzia che la nuova banca mantenga nel tempo le condizioni più vantaggiose.

    Tutti gli altri invece, per risparmiare, devono evitare lo sportello e prelevare al bisogno il proprio contante usando il bancomat.

    Sempre che siano in grado di farlo (vedi ad esempio le persone in età avanzata), e sempre che le commissioni siano convenienti o comprese nel canone mensile.

    Morale della favola: i consumatori sono sempre penalizzati. Se è vero che in Italia è ancora molto usato il contante, non si capisce perchè questo debba creare una penalizzazione alle persone.

    Perchè c’è da dire anche che spesso e volentieri le carte di credito sono piuttosto onerose con il conseguente rischio che alla fine dell’anno, in un modo o nell’altro, non si riesce a ridurre i costi bancari.

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