I prestiti vitalizi ipotecari ottengono il via libera dalla Camera e passano al Senato. Se diventeranno legge, gli over 60 potranno dare la propria casa in garanzia alle banche e ottenere un prestito. Differenza con la nuda proprietà: il proprietario dell’immobile o gli eredi potranno in qualsiasi momento rimborsare il credito estinguendo l’ipoteca.
Una sorta di mutuo inverso attraverso cui, chi possiede una casa ed ha un’età superiore ai 60 anni, può richiedere un finanziamento ad uno dei tanti enti creditizi (banche, istituti di credito o finanziarie) pari ad un importo oscillante tra il 18 e il 40% del valore della propria abitazione (in base al sesso e all’età del contraente), pur continuando a viverci dentro.
Sarà un tecnico incaricato dal soggetto finanziatore, previa perizia a stimare il valore di volta in volta.
A cadenza annuale poi, il fruitore del vitalizio avrà l’obbligo di inviare all’istituto che gli ha concesso il prestito una relazione che attesti il mantenimento in buono stato dell’immobile oggetto dell’ipoteca.
Il contratto può essere rescisso in qualsiasi momento, ovviamente restituendo il denaro ricevuto in prestito, più i relativi interessi.
In alternativa saranno gli eredi a decidere cosa fare dopo il decesso dei proprietari, ovvero se estinguere l’ipoteca o meno, tornando in possesso della casa oppure venderla a prezzo di mercato.
Resta inteso che, se gli eredi non riscattano l’immobile rimborsando entro un anno dal decesso del proprietario quanto dovuto ed in un’unica soluzione, la banca o chi per lei ne diventerà proprietaria; sempre che non si sia provveduto precedentemente all’estinzione del debito.
Il provvedimento, criticato dal Movimento 5 Stelle che lo ritiene un regalo alle banche, secondo il Pd è invece un valido strumento a disposizione delle famiglie che potrà generare consistenti e positive ricadute economiche.
Si stima possano essere centinaia di migliaia (alcuni parlano di almeno 200 mila soggetti) i potenziali fruitori del prestito vitalizio, con una immissione monetaria nel circuito finanziario da parte degli istituti di credito di svariati miliardi di euro (secondo le prime ipotesi circa 20 miliardi) in favore dei nuclei familiari interessati.
Scenario ipotizzato da chi non vede di buon occhio l’iniziativa: siccome il grosso del mercato immobiliare è in mano alle banche e le stesse hanno il controllo delle quotazioni sui prezzi, potranno gonfiarli o ridurli a piacimento, aumentandoli quando erogano i prestiti e facendoli crollare quando invece devono essere rimborsate.
In tal modo avranno certezza di abbattere i rischi a zero, avendo in tasca il prestito parzialmente rimborsato più gli interessi e la quota da rimborsare anche questa aggiuntiva degli interessi.
Per ovviare a tale squilibrio che pone in stato di svantaggio i cittadini è stata prevista una norma di tutela secondo cui, se nel corso del tempo il valore dell’immobile diminuisce e l’importo del debito più gli interessi maturati supera questo valore, la banca non potrà pretendere un rimborso superiore al valore che si ricaverebbe dalla vendita della casa.
Resta da vedere se poi nel testo definitivo la norma ci sarà ancora o verrà definitivamente soppressa.
Chi invece pensa che il nuovo mutuo inverso sia una manna per i cittadini, ne decanta le lodi sottolineando che, al fianco dell’Abi (Associazione bancaria italiana), ci saranno anche le associazioni dei consumatori nella stesura del regolamento ad hoc per l’offerta dei prestiti vitalizi ipotecari.
Ci sarà inoltre il divieto di iscrivere ipoteca su più immobili dello stesso proprietario per quello che nei paesi anglosassoni è definito home equity loan.
I tempi sono ancora lunghi prima che si possa trasformare la casa in denaro contante col prestito vitalizio mantenendone la proprietà, lasciando poi ai figli o chi per loro la scelta di vendere definitivamente l’immobile o riscattarlo al momento della eredità.
Il costo delle imposte che finora hanno rallentato l’iter, potrebbero essere sostituite con una tassa fissa dello 0,25% riguardo le spese ipotecarie.
Ulteriore garanzia per le banche sarà sarà rappresentata dalla norma che vieta a chi accede al prestito vitalizio di vendere, affittare l’immobile o cederne a terzi l’usufrutto.
La casa alla banca in cambio di contanti sembra non essere altro che l’unica alternativa possibile, in un futuro non molto lontano, per tutti quei milioni di italiani che, loro malgrado, si ritroveranno senza pensione e con l’unica fortuna di avere un appartamento proprio.
O nella migliore delle ipotesi con assegni di anzianità ai limiti della sopravvivenza, insufficienti anche solo per pagare le tasse, le bollette e comprare di che sfamarsi.
Ma non sarebbe meglio abbattere vitalizi e pensioni d’oro? Dimenticavo che in Italia i privilegi non si toccano!
Anche se in teoria il mutuo inverso può essere utilizzato su qualsiasi tipo di immobile, la banca potrà accettare o meno la richiesta del cittadino, nel caso in cui si tratti di terreni o fabbricati ritenuti di scarso o valore, come ad esempio rustici non abitabili, case popolari, immobili siti in zone ad alto rischio sismico, immobili vincolati, abusivi o già soggetti ad ipoteca.
Nel bel paese che va al contrario, piuttosto che aiutare chi non ha una casa ad accendere un mutuo per poterla acquistare, si stimolano i cittadini che invece la possiedono a sbarazzarsene.