Canone Rai Obbligatorio per Ditte e Società Anche Senza Avere la TV

Se sei un imprenditore (poco importa se hai una ditta individuale o una società) ed hai ricevuto la richiesta del pagamento del canone rai per la tua azienda pur non avendo alcun televisore, la migliore cosa da fare, così come consigliato dall’associazione di consumatori Adoc che conduce da anni la battaglia contro il canone Rai,  è quella di inviare un cosiddetto interpello  all’Agenzia delle Entrate.

Prima di metterlo in pratica, vediamo cos’è l’interpello, riportando la definizione data sul suo sito internet dalla stessa Agenzia delle Entrate. L’interpello è un’istanza che il contribuente, prima di attuare un comportamento fiscalmente rilevante, rivolge all’Amministrazione finanziaria per ottenere una valutazione sulla liceità fiscale di un’operazione economica o l’interpretazione su una norma obiettivamente incerta da applicare a un caso concreto.

Attraverso l’interpello il contribuente può ottenere il parere dell’Amministrazione finanziaria in ordine all’interpretazione di una norma tributaria obiettivamente incerta rispetto a un caso concreto e personale (articolo 11, comma 1, dello Statuto dei diritti del contribuente). Se l’Amministrazione non si pronuncia, si forma il silenzio assenso sulla soluzione interpretativa indicata dal contribuente.

Visto che la norma riguardante il canone Rai aziendale (ma anche in Canone Rai per i privati) è incerta senza alcun dubbio, appare lo strumento adeguato per ottenere chiarimenti e, qualora gli stessi non arrivino, si può interpretare, con la certezza di operare nel rispetto della legge, che il canone Rai è dovuto per il solo possesso di radio o tv.

Nello specifico, bisogna chiedere per iscritto (usando il modulo d’interpello presente sul sito Aduc), tramite raccomandata con ricevuta di ritorno da inviare alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate competente in relazione al domicilio fiscale del contribuente, di avere una lista esaustiva di tutti gli strumenti che, secondo la legge, sono ritenuti ”apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”  e quindi soggetti al pagamento della tassa di possesso, canone Rai o tassa tv che dir si voglia.

Al contrario di forme di richieste di altro tipo, se in seguito ad un interpello non si riceve risposta entro 120 giorni, il richiedente puo’ far valere la personale interpretazione della legge.

Praticamente, se L’agenzia delle Entrate non risponde, si può tranquillamente evitare di pagare la tassa per il semplice motivo che si possiedano computer o altre apparecchiature indispensabili per lo svolgimento della propria attività, senza nessun rischio di incorrere in sanzioni.



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