Se io mi reco in magazzino a ritirare le mie cose, il proprietario o i dipendenti non possono certo rifiutarsi di farmi ritirare ciò che è mio.
La stessa cosa vale per le banche: se ho un conto dove ho depositato i miei risparmi, nè l’operatore allo sportello e tanto meno il direttore o chi per lui può rifiutarsi di farmeli ritirare a piacimento, visto che in primis i soldi sono i miei e in secundis la transazione è tracciata.
Certo, a livello logico posso anche capire la posizione delle banche che cercano di evitare in tutti i modi che i propri clienti ritirino il denaro.
Ma da qui a rifiutarsi di farlo sempre e comunque le cose sono piuttosto differenti: è una libertà che non possono permettersi.
Se vi trovate in una situazione simile, provate a chiedere quale sia la normativa di riferimento e vedrete che tireranno in ballo regolamenti interni non ben precisati che nulla hanno a che fare con quello che dice la legge.
Al limite quello che possono contestare allo sportello è la mancata prenotazione della somma richiesta.
Magari potrebbero giustificare l’obbligo della richiesta col fatto che, per evitare di avere a disposizione una gran massa di denaro liquido e scongiurare rapine o costi eccessivi di gestione, i prelevamenti di una certa entità possono essere fatti solo previa prenotazione.
Nella peggiore delle ipotesi quindi, basta richiedere prenotando la somma voluta qualche giorno prima e in tal caso la banca non può rifiutarsi in alcun modo di adempiere a quello che è un obbligo.
Ora viene il bello: cosa fare se comunque si riceve un rifiuto di prelevare i propri soldi (a prescindere dall’importo)?
Basta esibire copia della circolare ministeriale che specifica in modo inequivocabile che la legge non riguarda i prelevamenti e i depositi.
Cosa fare se la banca rifiuta un prelievo
Come detto prima, in tal caso sussistono gli estremi per fare una denuncia motivandola con l’appropriazione indebita (i soldi sono i miei e la banca si rifiuta di darmeli).
Se comunque non si vuole arrivare a tanto visto che le vie giudiziarie hanno tempi che rasentano l’assurdo ma si vuole solo ritirare quanto richiesto è sufficiente mostrare copia della circolare che l’ABI stessa ha provveduto a diramare.
Se a questo punto ancora la banca tiene duro, rivolgetevi ai giornali o ancora meglio a Striscia la Notizia o ad una associazione di consumatori.
Di certo, piuttosto che balzare agli onori della cronaca rendendo di pubblico dominio la verità dei fatti (di cui la maggior parte delle persone è all’oscuro), le banche non ci penseranno 2 volte a darvi quanto richiesto, compiendo semplicemente il proprio dovere.
Tornando alla circolare, nella stessa si sottolinea il fatto che: nessuna banca può negare un prelievo al proprio cliente, anche se superiore ai 1.000 euro in contanti dal proprio rapporto.
Circolare ABI su prelievi e depositi allo sportello
La circolare dell’11 gennaio 2012 riguardante Misure urgenti per il coordinamento della lotta contro la delinquenza di tipo mafioso (pos. 201). Decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 – Art 12 del D.L.
201 del 2011 – Prelievi e versamenti di contante cita testualmente nel passaggio che a noi interessa:
bla bla bla… Il trasferimento può tuttavia essere eseguito per il tramite di banche, istituti di moneta elettronica e Poste Italiane S.p.A.”.
Pertanto, il limite di importo sopra indicato, avendo a riferimento i soli trasferimenti, non può trovare applicazione ad operazioni di versamento e di prelievo in contanti su conti correnti e libretti di deposito.
In altri termini non può opporsi diniego alle predette operazioni di versamento e di prelievo in contanti richieste dal cliente.
Conclusioni
Non ci sono limiti ai prelievi o versamenti in contanti in banca o alle poste, se non quelli dovuti alla mancanza di una corretta informazione.
L’unico limite è riferito ai pagamenti in contanti. Seppure questo articolo riporta una semplice opinione personale, basterà leggerlo attentamente per rendersi conto che rispecchia la realtà dei fatti.