Pagamento Contanti: il Limite Scende a 1000 Euro

Il nuovo limite sul pagamento in contanti inoltre, impone all’Abi e al Ministero dell’Economia di elaborare conti correnti a basso costo e ridurre il costo delle commissioni sulle transazioni elettroniche (carte di credito, bancomat, carte prepagate).


Per incentivare l’accredito delle pensioni su conti correnti (anche presso le Poste) è stata introdotta l’esenzione dall’imposta di bollo per le fasce socialmente svantaggiate di clientela.

Se a farne le spese, oltre agli evasori, saranno anche i cittadini onesti (anziani o poco avvezzi all’uso di strumenti diversi dal contante), chi avrà da guadagnarne (oltre all’erario) saranno sopratutto le banche.

Basta pensare che ogni giorno, in tutta la penisola, tutti i pagamenti tra 1.000 e 2.500 euro che finora venivano fatti in contanti, d’ora in poi saranno soggette a commissione.

Una bel gruzzoletto che di certo in poco tempo, supererà di gran lunga l’interno importo della manovra.

Di contro però, sicuramente l’uso della moneta elettronica ha anche tanti vantaggi: nessun rischio di essere derubati, niente più paura di ricevere soldi falsi.

Sopratutto si spera che riesca ad abbattere una volta per tutte la piaga del sommerso.

D’altronde, se già in molti altri paesi europei col bancomat si paga praticamente tutto, compresa anche la colazione, ciò vuol dire che la stessa prassi potrebbe diventare un luogo comune anche in Italia.

Speriamo solo che, come spesso accade da noi dove spesso la realtà supera di gran lunga la fantasia, per prendere un caffè col bancomat non si arrivi a pagare più di transazione che per il caffè.

Precisazione dell’ultimo minuto:  l’ammontare della commissione a carico degli esercenti per i pagamenti effettuati con strumenti di pagamento elettronici non potrà potrà essere superiore all’1,5%.

Tutti i dettagli della norma sono riportati nell’Art. 12 del DECRETO-LEGGE 6 dicembre 2011, n. 201.

Ci consolerà sicuramente il fatto che, riducendo l’uso della carta moneta, si riuscirà a recuperare almeno in parte quel 20 % del prodotto interno lordo che finisce nel sommerso, sperando poi che venga utilizzato per allentare la pressione fiscale.






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