Redditometro in versione definitiva quella che entrerà in vigore nei prossimi giorni; le modifiche più evidenti si concretizzano in una maggiore considerazione del punto di vista del contribuente mentre diventeranno meno rilevanti i dati istat considerati.
Il nuovo mezzo di contrasto all’evasione fiscale di cui tanto si è parlato negli ultimi anni è in dirittura d’arrivo, dopo le numerose discussioni che lo hanno caratterizzato.
Probabilmente è stato questo il motivo per cui l’erario ha deciso di ridefinirne il metodo studiando nuovi criteri che hanno portato alla stesura definitiva della circolare di prossima uscita.
Saranno spiegate nel dettaglio tutte le variazioni prodotte proprio tenendo conto delle polemiche suscitate dallo strumento studiato dall’Agenzia delle Entrate per stanare chi cerca di evadere o eludere il pagamento delle tasse.
Prima novità riguarderà sopratutto una correzione del tiro, mirata a colpire prevalentemente i grandi evasori, caratterizzati da differenze rilevanti tra entrate e uscite, se pari o superiori al 20%.
Ridefinite anche le logiche di utilizzo delle medie istat, attraverso cui saranno stimati i consumi ritenuti come punto di riferimento per le medie standard dei nuclei familiari.
L’utilizzo sarà limitato esclusivamente a determinate tipologie di acquisti e/o vendite, come ad esempio quelle di terreni, fabbricati e immobili in genere, automobili ecc.
Si ipotizza anche che il nuovo redditometro terrà esclusi dalla valutazione i contenziosi già in corso; niente retroattività quindi riguardo le dispute tributarie in fase di svolgimento al momento dell’entrata in vigore ormai imminente.
A tal proposito c’è chi sostiene che invece, qualora le nuove norme di applicazione si rivelassero meno restrittive rispetto a quelle del passato, il contribuente dovrebbe avere facoltà di far valutare la propria posizione potendone usufruire.
Per il momento però, pare che l’Agenzia delle entrate voglia separare bene i due ambiti di applicazione e riservare il nuovo redditometro solo per le verifiche che verranno condotte da qui in avanti.
Il nuovo modus operandi dell’Agenzia delle Entrate, decisa probabilmente in seguito alla nuova risoluzione della Commissione Finanze, incentrerà infine il rapporto col cittadino su un piano di maggior apertura al dialogo; previste ben 3 fasi preliminari per fornire i dovuti chiarimenti prima di giungere al contenzioso vero e proprio.
Nel primo passaggio non sarà più necessario fornire alcuna prova che motivi eventuali incongruenze; basteranno delle semplici spiegazioni utili all’erario per comprendere meglio il caso e all’utente per rendersi conto in che modo istruire la propria linea difensiva.
Solo in un momento successivo, se necessario, si potrà fornire tutta la documentazione a sostegno della propria tesi (fatture, ricevute fiscali, ecc).