Acqua all’Arsenico: tutto quello che c’è da sapere

Di soluzioni a dire il vero non è che ce ne siano molte per i comuni cittadini; l’unica cosa da fare è quella di dotarsi di un depuratore domestico che filtri l’acqua da metalli pesanti e sostanze nocive sostituendosi alle istituzioni. Sempre meglio che avvelenarci facendo finta che il problema non esiste.

Cosa dice la legge
L’acqua potabile è una risorsa primaria destinata al consumo, permettendo la sopravvivenza degli esseri viventi, e a fondamentali attività umane.

Il D.Lgs. 31/2001, recependo la direttiva europea 98/83/CE, disciplina il campo delle acque potabili e definisce anche i criteri e i parametri analitici ai quali un’acqua deve sottostare per potere essere definita potabile.

Valori consentiti
Vi sono sostanze ritenute dannose per le quali sono prescritti valori massimi che non possono essere assolutamente superati, altrimenti l’acqua è dichiarata non potabile. Vediamone la lista coi relativi valori massimi consentiti espressi in microgrammi per litro d’acqua.

Antiparassitari: 0,10 – Arsenico: 10 – Benzene: 1 – Benzo (a) pirene: 0,01 – Boro: 1 – Cadmio: 10 – Clorito: 200 – Cromo: 50 – Cianuro: 50 – Fluoruro: 1,5 – Mercurio: 1 – Nichel: 20 – Nitrati: 50 – Nitriti: 0,5 – Piombo: 10 – Selenio: 10 – Vanadio: 50.

L’acqua potabile inoltre deve avere un valore limite del numero di colonie di batteri (aerobi) massimo di 100 (se l’acqua ha una temperatura di 22°C) oppure di 20 (se l’acqua ha una temperatura di 36°C) per ml. La presenza dell’Escherichiacoli nell’acqua potabile non è invece ammissibile.

Come sapere se l’acqua pubblica è potabile
Un controllo di base può essere fatto anche in casa per mezzo di un kit realizzato da due ricercatori dell’università degli studi di Milano Bicocca. Il sistema denominato Immediatest, permette di fare un analisi chimico-fisica dell’acqua domestica.

Cinque strisce da immergere nell’acqua di casa e scoprirne  in pochi minuti le caratteristiche, misurando pH, durezza, nitriti, nitrati, cloruri e solfati e di confrontarne i valori con quelli previsti dalla legge. Immediatest non può sostituire le analisi professionali però,  se facendo il test casalingo si rilevano valori poco rassicuranti, si può fare un controllo più approfondito, magari richiedendo copia dei risultati delle analisi agli uffici del proprio comune di residenza.

Se l’acqua del rubinetto non ha i parametri in linea con quanto previsto dalla legge, non resta altro da fare che dotarsi di un impianto di depurazione domestica o in determinate circostanze di una tra le tante caraffe filtranti.

La scelta deve essere fatta con cura poichè diversi studi e ricerche (Stiftung Warentest, Verein für Konsumenteninformation,  Altroconsumo), hanno dimostrato che in molti casi hanno un’efficacia piuttosto ridotta.



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