Beviamo acqua minerale pensando che sia migliore di quella del rubinetto. Non sempre è così: talvolta contiene sostanze che se fossero presenti nell’acqua pubblica con le stesse concentrazioni sarebbero considerate fuori legge. Questo è emerso da una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori italiani.
Il team di lavoro, in collaborazione con scienziati dell’Euro GeoSurveys Geochemistry Export Group tra il 2008 e il 2010, ha raccolto e fatto analizzare 158 marche diverse di acque minerali del bel paese, in un laboratorio di Berlino del servizio geologico tedesco.
Lo studio è stato reso possibile grazie ad un progetto dell’UE finalizzato a conoscere lo stato delle acque sotterranee di tutta Europa e stabilire delle leggi e regole comuni a livello europeo.
I risultati della ricerca sono stati inseriti nell’Atlante Europeo delle Acque Minerali, insieme a quelli di altri 37 stati europei.
Gli aspetti più rilevanti emersi dai risultati delle analisi sulle acque italiane riguardano fondamentalmente la presenza di sostanze non riportate in etichetta.
Alcune di queste sostanze sono tutt’altro che benefiche per la salute umana, oltre al fatto che ognuno di questi elementi ha limiti ben diversi rispetto a quelli fissati per legge nell’acqua pubblica.
Eppure non bisogna essere mica scienziati per capire che, se la quantità x di una sostanza fa male nell’acqua del rubinetto, non fa certo bene se si trova nell’acqua minerale.
Allora perchè in diversi casi alcune sostanze hanno limiti diversi?
Ad esempio, la presenza di boro, è consentita nell’acqua pubblica fino ad un limite massimo di 1000 microgrammi per litro, mentre nell’acqua minerale il valore limite tollerato dalla legge si innalza fino a 5 volte tanto: 5000 microgrammi per ogni litro.
Sembra quasi l’ennesima presa per i fondelli per il consumatore italiano che, non dimentichiamo, consuma mediamente 200 litri di acqua minerale all’anno.
Non a caso siamo i maggiori consumatori al mondo.
In attesa che l’Unione Europea si decida ad imporre regole a tutela dei cittadini, fissando limiti chiari e certi, c’è da scommettere che ben presto si moltiplicheranno i consumatori italiani pronti a valutare possibili alternative all’acqua minerale, come ad esempio i depuratori d’acqua domestici, gli addolcitori d’acqua, se non le comode ed economiche caraffe filtranti.