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Risparmiare soldi coi commenti







Risparmiare commentandoCommenti sui blog, Myspace, feedback su eBay: riflettere prima di scriverli può far risparmiare un sacco di soldi. Può sembrare assurdo ma me ne sono reso conto dopo aver saputo cosa è successo online ad alcune persone.

Michael Steadman, abituato a fare acquisti su internet, aveva comprato sul famoso sito di aste online un orologio.

Al ricevimento dell’oggetto, si accorse che l’orologio non era funzionante. Sentitosi preso in giro, volle restituire l’orologio richiedendo il rimborso attraverso il piano di protezione acquisti Paypal.

Successivamente decise di lasciare un commento esprimendo un parere negativo scrivendo: cattivo venditore con l’etica di un commerciante di macchine usate.

Il venditore, vistasi rovinata la reputazione che fino a quel momento era al 100% di feedback positivi, decise di fargli causa per diffamazione chiedendo un risarcimento di 15.000 dollari.

Questo perchè secondo lui , era chiaramente spiegato nell’annuncio che il funzionamento dell’orologio in vendita non era garantito.

La causa è ancora in corso e ad oggi è gia costata a Steadman ben 7000 dollari in spese legali. Non si sa come andrà a finire; fatto sta che è bastato un feedback negativo per spendere soldi inutili in avvocati (fonte ABC news).

Quello raccontato, non è l’unico caso del genere.

L’anno scorso, una donna di Chicago è stato querelata per diffamazione con una richiesta di risarcimento danni pari a 50.000 dollari.

Semplicemente per aver mandato un messaggio su Twitter in cui parlava male delle condizioni dell’appartamento in affitto in cui abitava. Questo più o meno il contenuto del twitt incriminato:

“Chi ha detto che dormire in una casa ammuffita può essere dannoso per la salute? Realty Horizon pensa che faccia bene.”

Meno di 140 caratteri sono bastati a far scattare la denuncia da parte di Horizon Group Management LLC,  società proprietaria di più di 1500 appartamenti, in uno dei quali abitava la signora Amanda Bonnen.

In questo caso il processo si è concluso in favore dell’inquilina, visto che il giudice ha ritenuto troppo vago il messaggio ed accogliere la richiesta di risarcimento. Comunque la signora ha dovuto sobbarcarsi le spese legali.

Chissà se invece di mandare il twitt fosse stata lei a far causa alla società per cattiva gestione degli immobili come sarebbe andata a finire. Magari ci avrebbe anche guadagnato soldi.

Caso analogo, quello di una ex modella diffamata online da un blogger il quale ha dovuto risponderne in tribunale (fonte Huffington post).

Stessa sorte per il paziente di un chiropratico chiamato in causa per aver scritto una recensione negativa su internet. In quest’ultima circostanza si è arrivati ad un accordo tra le parti prima di arrivare in tribunale (fonte News.Cnet).

Ultima in ordine di tempo, la notizia di un ragazzo inglese di 26 anni, che ha minacciato su twitter, per scherzo, di far saltare in aria l’aeroporto “Robin Hood” di Doncaster:  è stato arrestato (fonte: Tech Crunch Europa).

A quanto pare la libertà di parola può costare caro. Fino ad oggi pensavo che internet fosse più libero rispetto alla vita reale, ma ho dovuto ricredermi.

Se non altro, la prossima volta che scrivo un commento o lascio un feedback, sarò più consapevole di cosa si può andare incontro.

Certo è che ad avere i soldi è più facile essere idealisti. In ogni caso, il buon senso dovrebbe prevalere. Ma su internet, siamo davvero liberi di esprimere la nostra opinione?

Photocredit: BlogPocket


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