Le cartelle esattoriali emesse da soggetti non titolati infatti, a prima vista sembra possano essere (condizionale d’obbligo) anche impugnate per falso, con gravissime conseguenze giudiziarie anche di natura penale a carico dell’autore, del promotore e copromotore della cartella stessa.
Certo bisognerebbe approfondire la questione avvalendosi di un esperto in materia, anche se elementi di rilievo pare ce ne siano molti.
Di sicuro occorre rimarcare che non si può e non si deve scaricare le colpe sui dipendenti Equitalia: chi lavora per l’ente fa solo il suo dovere eseguendo ordini imposti dalle sfere dirigenziali, dietro leggi (inique) dettate dai politici che da decenni guidano (?) il paese.
Si può solo (e si deve) protestare nei modi più opportuni e nelle giuste sedi, divulgando la notizia che probabilmente sui media tradizionali non passerà mai.
Le origini della sentenza di cui stiamo parlando infatti, fà capo ad un contribuente il quale, dopo aver richiesto ad Equitalia di conoscere l’identità del funzionario che si occupava della sua pratica per poter meglio valutare la strategia di difesa, si era visto rifiutare l’istanza motivandola con dei non meglio specificati motivi di privacy e sicurezza.
Come dire: la trasparenza tanto decantata e voluta dall’erario ad esempio nella tracciabilità del contante o nell’eliminazione del segreto bancario, vale solo per i cittadini ma non per il fisco.
D’ora in poi cambiano le cose: Equitalia (che ricordiamo è una società dello Stato ed appartiene per il 51% all’Agenzia delle Entrate e per il 49% all’INPS), dovrà obbligatoriamente pubblicare (e ove non lo facesse fornire, su richiesta) i nomi dei funzionari coinvolti nel procedimento di riscossione del tributo.
E questo è già un bel punto di partenza.
Una volta tanto, Equitalia, che per molti rappresenta un vero e proprio squalo, potrebbe essere metaforicamente mangiato da un grosso branco di pesci piccoli rappresentato dai contribuenti.
Niente e nessuno potrà mai ripagare chi ha perso la casa, l’azienda o la vita perchè non riusciva a pagare le cartelle esattoriali di Equitalia.
Fortunatamente per le migliaia di persone che ancora non sanno dove sbattere la testa per le stesse ragioni potrebbe aprirsi uno spiraglio nella soluzione del problema.
Importante: la giustizia amministrativa in alcuni casi si è già pronunciata proprio su questa linea.
Questo perchè, in seguito all’ordinanza di sospensione temporanea (n. 5199 del 29 novembre 20119) finalizzata a scongiurare le migliaia di ricorsi che si sarebbero automaticamente tradotti in annullamenti delle cartelle esattoriali, si è aggiunta poi una norma nel decreto Salva-Italia dell’aprile 2012 che destò non pochi grattacapi al governo tecnico, per la sua presunta presunta illegittimità costituzionale.
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