L’annullamento di una cartella esattoriale può essere richiesta inoltrando una semplice domanda scritta al concessionario della riscossione. Questo è possibile grazie all’ultima legge di stabilità che ha previsto un nuovo strumento di difesa a disposizione dei cittadini vittime di cartelle esattoriali o esecutive.
Gli utenti hanno a disposizione 90 giorni di tempo a partire dalla data di notifica per poter presentare domanda di annullamento. Chiaramente nell’istanza di annullamento occorre documentarne le motivazioni secondo cui le somme richieste non sono dovute.
Ad esempio: prescrizione o decadenza del diritto di credito sotteso, provvedimento di sgravio emesso dall’ente creditore, sospensione amministrativa comunque concessa dall’ente creditore, sospensione giudiziale o sentenza di annullamento, pagamento effettuato, riconducibile al ruolo in oggetto, in data antecedente alla formazione del ruolo stesso e comunque qualsiasi altra altra causa di non esigibilità del credito sotteso.
I commi della legge n.268 del 24/12/2012, art. 1 che specificano nel dettaglio quanto riportato in questo articolo, vanno dal 537 al 544.
La novità non riguarda solo la possibilità poter presentare domanda di annullamento, ma anche il fatto che, se entro 220 giorni dal deposito il contribuente non riceve risposta, il debito tributario è da ritenersi annullato, a prescindere che il contribuente abbia ragione o meno.
Attenzione però: nel caso in cui si presentino documentazioni false per cercare di farsi annullare le cartelle esattoriali, si rischia una sanzione che va dal 100 al 200% dell’ammontare delle somme dovute, con un importo minimo di 258 euro.
Visto che in Italia sono milioni i cittadini interessati a cartelle esattoriali, ipoteche, fermo amministrativo, pignoramenti, le suddette norme accendono una speranza per tutti coloro che fino ad ora non avevano modo di difendersi dagli enti impositori pur trovandosi dalla parte della ragione.
A dirla tutta, l’incredibile risvolto di queste norme, potrebbe permettere anche ai cittadini che non ne hanno diritto, di vedersi annullate le cartelle di pagamento se l’ente impositore non risponde entro i termini stabiliti dalla legge.
Se ad esempio, un contribuente che pur sbagliando creda di essere vittima di una cartella pazza o di una ingiunzione non dovuta, attraverso l’invio dell’istanza si vedrà immediatamente sospesa ogni azione intrapresa dal concessionario finchè non riceverà una risposta.
Se poi la risposta non arriva entro 220 giorni, la cartella si annulla automaticamente.
I tantissimi italiani interessati, appresa la notizia che pare sia passata in sordina, da oggi in avanti potranno inoltrare in massa l’istanza di annullamento.
Se si pensa quindi alle lungaggini burocratiche tipiche del bel paese, non ci si discosta molto dalla realtà nell’ipotizzare che, molti fra coloro i quali faranno domanda di cancellazione delle proprie cartelle esattoriali, se le vedranno annullate per un semplice motivo: i concessionari della riscossione difficilmente riusciranno a rispondere a tutti in tempo.