Luce gratis per mezzo della bioluminescenza: questo è riuscito a fare un gruppo di ricercatori statunitensi, studiando gli organismi che emettono luce attraverso particolari reazioni chimiche. Per creare luce senza l’impiego della corrente elettrica, gli studiosi hanno approfondito il modo agiscono la luciferina e l’enzima luciferasi, ovvero le due particelle prodotte dalle lucciole grazie alle quali riescono ad illuminarsi.
Dopo aver estratto queste due sostanze infinitesimali, le hanno successivamente introdotte all’interno di alcune piante modificandone il DNA, riuscendo quindi a rendere luminosi i vegetali modificati.
L’approfondimento scientifico della metodologia attraverso cui le lucciole sono in grado di sviluppare luce naturale, raffigura senza dubbio una rilevante opportunità che, se applicata nell’ambito dell’illuminazione così come la conosciamo oggi, consentirebbe un enorme risparmio di energia (letteralmente illuminazione gratuita).
Anche se la ricerca è ancora allo stato embrionale, visti i positivi risultati dei primi test si può ben sperare che in un futuro non molto lontano potrebbero essere immessi sul mercato e commercializzati prodotti innovativi che sfruttano il principio della bioluminescenza.
Sempre negli states, l’anno scorso, presso la Siracuse University erano stati condotte ricerche analoghe: si riuscì infatti a riprodurre l’illuminazione delle lucciole, con risultati davvero incredibili grazie all’impiego di nanorodi quantici.
Anche in quel si appurò che le lucciole producono luce attraverso una reazione chimica che avviene tra la luciferina e l’enzima luciferasi.
Stavolta però l’enzima luciferasi è stato applicato ai nanorodi ed in seguito è entrata in gioco la luciferina, che ha funzionato come una sorta di carburante.
Quando luciferina e luciferasi interagiscono, viene liberata energia che viene trasferita ai nanorodi, provocando la loro illuminazione. Tale processo viene denominato Bioluminescence Resonance Energy Transfer (BRET).
Gli esperti della Syracuse University sostengono che ben presto la loro tecnologia potrebbe essere applicata nella tecnologia LED, permettendo di realizzare dispositivi luminosi senza impiego di corrente.
Andando più indietro nel tempo, precisamente nel 2003, anche altri ricercatori (università di Namur e Louvain-la-Neuve in Belgio, Sherbrooke in Canada e Grenoble in Francia) avevano studiato le lucciole.
In quel caso, capire in che modo riescono a illuminarsi creando vera e propria luce gratis, servì a comprendere come sfruttare il meccanismo e riprodurlo per realizzare LED ad alto rendimento e bassi consumi.
Sempre che non si trovi prima, vista l’incazzatura della gente a causa della crisi, il modo di creare energia elettrica gratis sfruttando il vorticoso giramento di scatole per mezzo di una dinamo da bicicletta.
Speriamo di non dover aspettare ancora molto per poter avere luce gratis, illuminare a costo zero e risparmiare corrente grazie agli studi sulle lucciole.