Circa un terzo della produzione agroalimentare venduta in Italia ed esportata, deriva da materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio Made in Italy. Una contraffazione che fino ad ora era permessa dalla legge. Da oggi le cose cambiano: è entrata in vigore l’etichettatura d’origine obbligatoria.
Attraverso un comunicato stampa Coldiretti ha dichiarato con soddisfazione che l’approvazione della legge pone fine ad un grave inganno nei confronti dei produttori italiani e dei consumatori che attribuiscono grande importanza alla provenienza degli alimenti.
Questo perchè la superiorità del Made in Italy alimentare è dovuta al rispetto di leggi più severe, alla bontà e freschezza e alla garanzia di maggiori controlli.
La Commissione Agricoltura della Camera ha approvato definitivamente le Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari, a conclusione di una battaglia durata oltre dieci anni condotta dalla maggior parte delle confederazioni agricole, Coldiretti in testa.
Cosa dice la legge
Il punto più saliente della nuova normativa è contenuto nell’articolo 4 il quale prevede che, per prevenire le frodi alimentari e per assicurare ai consumatori una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti commercializzati trasformati e non, è obbligatorio riportare nell’etichettatura l’indicazione del luogo di origine o di provenienza.
Deve essere riportato inoltre l’eventuale utilizzo di ingredienti in cui siano presenti organismi geneticamente modificati in qualunque fase della catena alimentare.
Per i prodotti non trasformati il luogo d’origine riguarda il paese di produzione.
Per quelli trasformati dovranno essere indicati il luogo dove è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione o allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata.
Entro sessanta giorni dall’approvazione della legge dovranno essere emanati decreti interministeriali da parte del ministero dello Sviluppo economico e di quello delle Politiche Agricole per definire le disposizioni relative alla tracciabilità dei prodotti agricoli di origine o di provenienza del territorio nazionale.
Con gli stessi decreti saranno definiti per ciascuna filiera, i prodotti alimentari soggetti all’obbligo dell’indicazione. Oltre a questo dovranno avere anche il requisito della prevalenza della materia prima agricola utilizzata nella preparazione o produzione dei prodotti. Chi non rispetterà quanto stabilito dalla legge, e metterà in commercio prodotti privi dell’indicazione d’origine rischia una sanzione fino a 9.500 euro.