Se sei tra quelli che avevano contanti in lire e non hai fatto in tempo a convertirli in euro, da oggi potresti avere un ulteriore possibilità di disfarti del vecchio conio ed avere in cambio l’equivalente in moneta corrente. Questo perchè, con l’anticipo della chiusura del cambio è stata violata la certezza del diritto.
Finora le ormai trapassate lire non avevano più alcun valore, tramutatesi in vera carta straccia dopo che Monti decise di anticipare di più di due mesi i termini temporali di legge entro i quali poter effettuare il cambio; adesso si riaccendono le speranze per i tanti italiani che si son visti espropriare unilateralmente dei propri risparmi.
Questo perchè, la scottante questione riguardante cifre stimate in circa un miliardo e mezzo di euro è stata sollevata da un Giudice dopo che alcuni cittadini hanno fatto causa alla Banca d’Italia per rivendicare l’ingiusta prescrizione della lira.
La violazione del principio di affidamento e di certezza del diritto è ora al vaglio della Corte Costituzionale che ben presto dovrà pronunciarsi in proposito.
E se la richiesta dei cittadini dovesse essere accolta, le casse dello Stato dovranno necessariamente aprirsi e permettere a chiunque si ritrovi le ormai dismesse Lire in casa, di poter ricevere in cambio l’equivalente in valuta corrente.
L’attuale situazione si è venuta a creare il 6 dicembre 2011, quando il Governo Monti, con l’art.26 del decreto legge n.121, in deroga alla legge del 2002, stabilisce che “le lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata” e che “il relativo controvalore è versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al fondo per l’ammortamento dei titoli di stato”.
Operazione che, in un momento in cui il bel paese si trovava sull’orlo della bancarotta, permise di dare una boccata di ossigeno monetario ai conti pubblici italiani.
Iniziativa che però, stando alle leggi, può essere paragonata ad un vero e proprio furto, se si considera che fu anticipata perentoriamente la scadenza decennale del termine di prescrizione precedentemente fissato dal legislatore.
Evidente dunque, secondo il Giudice, la violazione degli 3 e 97 della Costituzione, in materia del principio di affidamento e di certezza del diritto.
Se si guarda oltralpe poi, molto più lunghi i tempi adottati rispetto a quelli italiani; in Germania addirittura non è stata prevista alcuna scadenza.
Ma si sa, nell’italico paese delle banane, danneggiare i cittadini sembra essere sempre più una consuetudine.
L’auspicio è che la Corte Costituzionale si pronunci a favore dei risparmiatori taglieggiati, permettendo a chi ancora possiede vecchie Lire, di veder rispettati i propri diritti eliminando l’ingiusta prescrizione.