Risparmiare Benzina Usando l’Acqua come Carburante

La nuova tecnologia invece, permetterebbe di produrre il combustibile direttamente a bordo dei veicoli.

Nel serbatoio si immetterebbe dell’acqua che verrebbe poi trasformata in idrogeno.

Ed ecco che un semplice rubinetto si trasforma in un vero e proprio distributore, in qualsiasi parte del mondo ci si trovi.

Così semplice da sembrare quasi incredibile.

Tutto ciò in netta controtendenza rispetto alle altre case automobilistiche mondiali che cominciano a proporre in modo sempre più frequente auto ibride o elettriche, proprio quando il mercato sembra essere pronto al cambiamento e i clienti si stanno abituando all’idea.

E prima che rientrino degli investimenti fatti ne passerà di tempo ancora.

Questo fa pensare che sarà piuttosto difficile per Tata trovare dei partner.

Saranno sufficienti 15 milioni di dollari messi a disposizione degli scienziati da Tata per concretizzare la prima vera e propria automobile a idrogeno autoprodotto?

Oppure la macchina ad acqua farà la fine dell’automobile ad aria compresa?

Di certo c’è che finora tutte le tecnologie prese in esame per consentire di viaggiare sicuri a bordo di una vettura con idrogeno nel serbatoio si sono rivelate antieconomiche.

Senza contare che le multinazionali petrolifere non sarebbero per nulla contente di dover rinunciare a gran parte dei propri introiti.

Vi ricordate di Leo Gullotta nel film Squadra Antitruffa che faceva il pieno di acqua alla sua auto?

Senza dubbio saremmo tutti più contenti se potessimo davvero fare rifornimento usando il rubinetto.

Non sappiamo ancora se e quando il progetto della Tata diventerà realtà; di sicuro è che già ci sono tante tecnologie in grado far risparmiare sui costi del carburante e che permettono inoltre di abbattere le emissioni dannose.

C’è addirittura chi è riuscito, in Italia, a produrre carburante dalla plastica riciclata dai rifiuti non solo a livello sperimentale, ma anche su larga scala.

Peccato solo che il tutto sia bloccato a causa della burocrazia e forse anche dai poteri forti che difficilmente lasciarsi sfuggire dalle mani il business dell’oro nero che sembra inarrestabile anche di fronte alla crisi.