Si sta facendo sempre più strada una nuova professione che si svolge rigorosamente online, finalizzata a ripulire l’immagine di aziende e singoli individui. La figura che si occupa di controllare e mantenere una buona reputazione per i propri clienti è denominata reputation manager.
Senza entrare nel merito di quanto moralmente etico possa essere ripulire una reputazione quando si tratta ad esempio di soggetti che pur di occultare le proprie malefatte sono disposti a tutto, c’è da dire che sono sempre di più i clienti che richiedono di rendere limpida la propria reputazione su internet.
Questo ha dato vita ad un business estremamente redditizio, per le imprese che già operano nel settore e per quelle che intendono ritagliare la propria fetta in un mercato in espansione.orso.
Reputazione online: chi ne fa ricorso
Il monitoraggio della reputazione su internet è richiesta sopratutto dalle aziende che hanno necessità di tenere sotto controllo il proprio brand analizzando opinioni e pareri degli utenti riguardo i propri prodotti e servizi.
Brand reputation aziendale
In questo caso si tratta di una valida e condivisibile strategia attraverso cui le imprese cercano di cogliere lamentele, consigli e commenti dei propri consumatori, al fine di risolvere eventuali problemi e fidelizzare gli utenti, oltre che migliorare prodotti e servizi offerti e crearne di nuovi tenendo conto delle esigenze dei consumatori stessi.
Brand reputation politica
Alla precedente categoria di clienti, in costante aumento, si sono aggiunti i politici negli ultimi tempi visto che, molti di loro, sono sempre meno apprezzati dall’opinione pubblica. Si rivolge alle aziende che si occupano di brand reputation richiedendo sopratutto di far sparire dai motori di ricerca le notizie negative sul loro conto; per raggiungere l’obiettivo, sono ben disposti a sborsare fior di quattrini.
Reputation management: un mercato in crescita
Le richieste delle aziende sono costanti tutto l’anno, mentre quelle dei personaggi politici aumentano sopratutto nei periodi pre-elettorali, quando le ricerche sui candidati aumentano vertiginosamente. In tal caso è richiesto ai reputation manager di eliminare (ove possibile), le pagine o i commenti che parlano male dei loro clienti.
Nei casi in cui ciò non è fattibile si utilizzano strategie alternative: si aprono profili, blog, si creano articoli e commenti ad hoc, al fine di dare maggior visibilità ai nuovi contenuti facendo passare in secondo piano quelli negativi.
Il tutto nella più completa legalità, che comunque rasenta l’imbroglio e in qualche caso rappresenta una chiara forma di censura finalizzata a nascondere o alterare la verità dei fatti.
Reputation manager: il fatturato
Un bel giro d’affari che, seppur al momento non confermato da stime certe, molto probabilmente rappresenta un fatturato attestabile in parecchi milioni di euro, sopratutto per chi si occupa di nascondere la polvere nera della politica. In poche parole, il settore è fiorente e molto redditizio.
Reputazione aziendale e personale: quanto costa
Non è semplice quantificare i costi, visto che ogni caso proposto all’attenzione di aziende che si occupano di curare e monitorare la brand reputation è diverso dagli altri.
Diverse le variabili che possono determinare il prezzo; indicativamente si va da qualche migliaio fino a svariate decine di migliaia di euro.
I costi lievitano sopratutto se si devono nascondere gli scheletri nell’armadio del politico di turno, poichè il compito risulta essere più complesso e impegnativo.
Le informazioni sui costi dei servizi offerti da chi ripulisce la reputazione dei politici online, sono state fornite in un’intervista anonima rilasciata tempo fa ai giornali da un programmatore padovano, che fa il consulente in una fiorente società di servizi informatici per le imprese.
Requisiti indispensabili per svolgere la professione del reputation manager: conoscenze approfondite in ambito SEO, SEM, Social Media.
Ripulire reputazioni su internet può essere un modo proficuo per fare soldi; non guasta una buona dose di etica professionale che consenta di rifiutare gli incarichi proposti da chi spera di seppellire le proprie magagne a spese dei consumatori, o peggio ancora dei cittadini che vanno a votare.