Nuova richiesta di pagamento della tassa sul televisore da parte della Rai che in questi giorni sta nuovamente subissando imprese, società e liberi professionisti di missive che richiedono di pagare l’imposta obbligatoria sulla detenzione di apparecchi radio televisivi. Così come è gia accaduto negli anni precedenti, la storia si sta ripetendo ancora una volta, gettando nello sconforto le tante aziende italiane che già stentano a far quadrare i conti.
Per fortuna la paura è presto scongiurata poichè, rispetto al passato, nulla è cambiato riguardo le norme che regolano la gabella sulla televisione.
Già dal 2002 a intervalli regolari la Rai ha iniziato a mandare in maniera sempre più ricorrente richieste di pagamento anche alle imprese che di fatto non erano soggette.
A tal proposito è seguito poi un intervento del Ministero dello Sviluppo Economico con nota del 22 febbraio 2012, con la quale escludeva dall’obbligo del pagamento tutti gli strumenti in uso aziendale (computer, apparecchi di videosorveglianza, monitor, smartphone, tablet, ecc.) che non fossero provvisti di sintonizzatore per la ricezione di trasmissioni radiotelevisive.
L’illegittima richiesta che sta avvenendo ancora una volta proprio in questi giorni non è quindi da prendere in considerazione ed inoltre non si è obbligati nemmeno a dare risposta alla lettera ricevuta.
Lo spiega in un comunicato Enzo Cortesi, presidente di CNA Forlì-Cesena, che tra l’altro si dichiara
rammaricato per il tono sprezzante, quasi offensivo, con cui vengono trattate le imprese, alla stregua di evasori che non pagano il canone Rai.
Imprese, magari questo vale la pena sottolinearlo, dove i computer vengono usati per lavorare, non per guardare programmi televisivi, nemmeno quando si disputano i mondiali di calcio. A differenza di quanto pensano, evidentemente in modo strumentale, i dirigenti Rai.
Puoi approfondire l’argomento leggendo l’articolo (che interessa anche le aziende) riguardante il canone televisivo per computer e cellulari.