Fare la spesa al supermercato, cogliendo l’opportunità di vincere un posto di lavoro. Non è la trama di una commedia all’italiana ma un fatto vero poichè, come spesso accade, la realtà supera la fantasia.
La trovata pubblicitaria adottata da un grosso Centro Servizi & Distribuzione, raggruppante i marchi Sigma, Despar e Dico, è stata messa in atto nei punti vendita dislocati in Sardegna, Lombardia ed Emilia Romagna.
Semplicemente facendo la spesa al supermercato e spendendo almeno 30 euro, si ha diritto a partecipare all’estrazione di 4 posti di lavoro al mese con contratto a tempo determinato per la durata di 1 anno ciascuno.
La strategia di marketing, rivelatasi vincente probabilmente nell’attuale contesto di crisi economica, pare stia riscuotendo un successo al di sopra delle aspettative ed andrà avanti fino al 31 di ottobre 2010.
L’iniziativa probabilmente susciterà l’ira e lo sdegno di tutti coloro che invece hanno dovuto compiere enormi sacrifici e magari devono impegnarsi duramente per ottenere-mantere il proprio posto di lavoro.
Fatto sta che ogni mese nei supermercati del gruppo, non si contano le cartoline raccolte per la partecipazione al concorso.
Sembra quasi che oggigiorno, lavorare, sia una questione di fortuna.
Bene o male, purchè se ne parli, avranno sicuramente pensato le menti creative del gruppo poichè, nell’Italia del precariato, il sogno più ambito è certamente il lavoro.
Antonello Basciu, direttore generale di Cs&D, ha dichiarato in una intervista: ‘Non vedo alcuna stranezza, è una vincita come tante altre. Non costa nulla, ed è utile. La gente preferisce vincere un posto di lavoro piuttosto che un’automobile.
Con la situazione che c’è, poi, tutti hanno un parente o un amico che ha bisogno: la gente partecipa per un figlio, una nuora, un parente o conoscente disoccupato.
È tutto regolare, tutto a norma di legge, e diamo una mano alla situazione occupazionale’.
Scettici i sindacati: legare il posto di lavoro alla fortuna stride col contesto, col valore del lavoro stesso ed è un approccio troppo leggero, inopportuno, che rischia di svilire un problema serio e reale, com’è quello dell’occupazione oggi in Italia.