Dopo le numerose proteste sollevate da parte di cittadini e associazioni di consumatori, la tassa sui bonifici provenienti dall’estero subisce uno stop che si spera sia definitivo.
Anche perchè, perfino Bruxelles ha deciso di volerci vedere chiaro e proprio nei giorni scorsi l’Unione Europea ha aperto un’indagine.
Molte polemiche sono nate partendo da un presupposto: non si possono considerare evasori a priori tutte le persone che ricevono soldi provenienti da altre nazioni al di fuori dell’Italia.
E anche se fosse, non si può concepire che con l’ultimo scudo fiscale chi deteneva illecitamente capitali all’estero abbia potuto farli rientrare pagando un misero 5%, mentre i comuni mortali siano vessati magari semplicemente perchè lavorano fuori e mandano i soldi a casa.
Le differenze di trattamento sarebbero a dir poco abissali.
Contro la tassa sui bonifici esteri ci sono state anche 2 distinte interrogazioni parlamentari presentate da Tino Rossi e Claudio Morganti, ed è stata indetta inoltre una petizione online che in pochi giorni è stata sottoscritta da più di 12 mila utenti internet.
Sono state ipotizzate infatti delle vere e proprie violazioni dei Trattati sulla libera circolazione dei capitali e sugli accordi che vietano la doppia imposizione.
La pressione esercitata dall’opinione pubblica è stata talmente forte da non poter essere ignorata. C’è da dire che per il momento il “prelievo forzoso” del 20% sui bonifici provenienti dall’estero è stato solo sospeso fino al primo luglio prossimo, in attesa di ulteriori approfondimenti, in base alle dichiarazioni rilasciate in proposito dall’Agenzia delle Entrate.
Come dire: conviene sempre evadere…..se fai rientrare capitali illecitamente trasferiti all’estero lo stato di premia con il 5% di tasse se invece ricevi un bonifico ne paghi il 20%.
Il Ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha precisato inoltre che eventuali acconti già trattenuti dagli istituti di credito e finanziari saranno immediatamente stornati dalle banche ai diretti interessati.
Le motivazioni maggiori che hanno decretato il passo indietro sulla nuova imposta dei bonifici che, tra l’altro, non esiste in nessun altro paese UE, è da ricercarsi sopratutto sul fatto che l’Europa stessa sta approfondendo la questione, col rischio che il bel paese, così com’è avvenuto tante altre volte, si ritrovi ad essere posta in procedura di infrazione.
Questo comporterebbe il dover pagare dallo Stato milioni di euro di multa, che annullerebbero i proventi del nuovo prelievo.
Almenochè non avvenga il contrario, ovvero l’Unione Europea confermi la validità della norma acchiappa soldi, obbligando i correntisti a pagare.
Per fortuna, secondo l’opinione più diffusa, tutta da verificare, si potrà non pagare restando nella legalità , usando il semplice escamotage di aprire un conto in una banca estera, con annesso bancomat o carta di credito.