Sacchetti di Plastica Gratis al Supermercato

Molta gente ancora non lo sa. Fatto sta che dal primo gennaio di quest’anno le buste di plastica al supermercato sono gratis per legge. In teoria c’è addirittura il divieto di commercializzazione imposto dal ministero dell’ambiente. I negozianti tutti, possono solo smaltire a titolo gratuito le giacenze di magazzino.

Di seguito viene riportato il testo integrale ripreso dal sito del Ministero dell’Ambiente, della tutela del Territorio e del Mare.

Precisazioni sul divieto di commercializzazione delle buste di plastica in vigore dal 1° gennaio 2011.

In relazione ai numerosi quesiti pervenuti si precisa che il divieto di commercializzazione dei sacchi da asporto merci non conformi ai requisiti di biodegradabilità indicati dagli standard tecnici europei vigenti, di cui all’ 1, comma 1130 della legge 26 dicembre 2006, n. 296, come modificato dall’art. 23, comma 21-novies del decreto legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n.102 sarà in vigore dal 1° gennaio 2011.

Resta consentito lo smaltimento delle scorte in giacenza negli esercizi artigianali e commerciali alla data del 31 dicembre 2010, purchè la cessione sia operata in favore dei consumatori ed esclusivamente a titolo gratuito.

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e il Ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con le autorità competenti, effettueranno controlli per verificare il rigoroso rispetto della normativa vigente.

Detto in poche parole, i sacchetti in plastica che i negozianti si ritrovano ancora come scorta di magazzino possono solo cederli gratuitamente ai consumatori.

Fate attenzione sopratutto alle casse dei supermercati: se qualcuno fa il furbo e vi addebita gli shoppers fate valere i vostri diritti chiedendo di essere rimborsati.

In caso contrario non esitate a telefonare alla Guardia di Finanza.

Per legge gli esercizi commerciali dovranno dotarsi di nuovi sacchetti per il trasporto della spesa fino a casa.

Pertanto è vietato commercializzare i classici sacchi di plastica non biodegradabile.

Solo nel caso in cui (molto raro a dire la verità) vi vengano dati sacchetti biodegradabili dovrete pagarli.

Il bando delle buste di plastica è entrato in vigore. Sono molti i consumatori che si sono già attrezzati con borse di tela o altro tessuto, rispolverando le vecchie retine.



Un passo in avanti verso la lotta all’inquinamento, che rende i cittadini responsabili riguardo le tematiche del riuso e del riciclo.

Il mondo e’ infestato dai sacchetti di plastica e solo nel vecchio continente ogni anno ne vengono utilizzati circa 100 miliardi.

Provate a immaginare in Europa chi ne consuma di più? Ben 20 miliardi di buste ogni anno, pari al 25 per cento del totale le consumiamo in Italia.

Il divieto di usare sacchetti non biodegradabili doveva partire nel 2010 ma poi è stato posticipato di un anno.

Dagli anni 80 ci siamo sempre piu’ lasciati andare all’usa e getta, perdendo alcune sane abitudini rimaste invece, almeno in parte, negli altri paesi europei, afferma Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente.

E’ stato un cambiamento di abitudini troppo sbrigativo, che ci ha fatto dimenticare la sporta della spesa, come pure ci ha fatto smantellare la filiera del vuoto a rendere.

Con la messa al bando dei sacchetti di plastica è giunto il momento di recuperare qualche buona abitudine persa nel tempo che farà un gran bene all’ambiente.

Sostituendo gli shoppers in plastica con  sporte riutilizzabili (ogni italiano finora ne ha consumati mediamente 300 all’anno), si risparmieranno piu’ di 180 mila tonnellate di petrolio e altrettante di emissioni di CO2.

Un sacchetto in plastica resta nell’ambiente per centinaia di anni.

Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente questo lasso di tempo può variare dai 15 fino ai mille anni.

Anche se solo una parte dei circa 1000 miliardi di sacchetti commercializzati ogni anno in tutto il mondo viene dispersa nell’ambiente, provoca la morte di milioni di pesci, balene, delfini, tartarughe e altri animali.

Non ultimo, il problema della tossicita’: nella stampa dei sacchetti, specialmente nei paesi in via di sviluppo, sono spesso utilizzati coloranti cancerogeni e metalli come additivi che vengono rilasciati nell’ambiente per poi riconcentrarsi negli organi interni delle specie, esseri umani compresi.

Se è gradito il fatto di ricevere gratis le buste della spesa al supermercato per risparmiare (almeno finchè non finiranno le scorte), ben vengano sopratutto le iniziative finalizzate alla salvaguardia dell’ambiente che per svariati motivi è sempre più logorato.







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