In pratica, mettiamo il caso che la BCE ceda all’Italia i 10 miliardi di euro chiesti in prestito in carta moneta da 500 euro, si tratterà di 20 milioni di banconote che, moltiplicato 30 centesimi, gli saranno costate la ridicola cifra di 6 milioni di euro.
Con 6 milioni di euro di spesa, la BCE si intascherà 10 miliardi di euro, senza aver fatto nulla: definire pazzesca una cosa del genere è sicuramente dir poco.
La BCE infatti, a differenza di quello chi si potrebbe pensare, è di proprietà di banche e quindi di privati; ciò vuol dire che le nazioni comprano soldi da privati quando potrebbero stamparli in proprio a costo zero.
Facile comprendere come tale meccanismo porti inevitabilmente, ogni qualvolta una nazione abbia bisogno di chiedere soldi in prestito, al fallimento.
Cosa succederebbe se invece l’Italia (o qualsiasi altro stato) si mettesse a stampare i soldi in proprio? Non dovrebbe pagare interessi a nessuno, non continuerebbe a indebitarsi in maniera irreversibile, non dovrebbe gravare (come fà di continuo) sulle tasche dei cittadini per ripianare i debiti.
Qualcuno potrebbe pensare: cosa cambia? Se ho 100 euro valgono sempre 100 euro a prescindere da chi li stampa!
Invece non è così perchè come abbiamo visto prima, l’Italia per restituire i soldi prestati dalla BCE deve pagare costi insostenibili: si tagliano i servizi (sempre che ne siano rimasti ancora da tagliare) si aumentano e inseriscono nuove tasse (come se non bastassero quelle che già ci sono).
In questo modo il potere di acquisto del denaro si abbassa sempre che, tolte le tasse, rimangano soldi nelle tasche dei cittadini. Perchè allora le istituzioni, che dovrebbero tutelare gli interessi del popolo si comportano nella maniera opposta?
E’ come se una famiglia consegnasse ad un estraneo il proprio patrimonio lasciandogli fare ciò che vuole senza alcun controllo.
Chi potrebbe essere così stolto? A quanto pare di stolti nella politica ce ne sono parecchi.
Se lo Stato stampasse i soldi in proprio scomparirebbe il debito pubblico, i conseguenti oneri ai danni dei cittadini e si potrebbero anche abbassare le tasse.
Ci ritroviamo invece per l’ennesima volta nella situazione in cui la soluzione è alla portata di mano mentre politici e politicanti fanno a gara a proporre tagli (guarda caso senza toccare i propri privilegi) per rimettere in sesto l’economia.
L’esempio dell’Islanda che da poco si è liberata dai politici prima e dal signoraggio bancario poi, dimostra che la via è percorribile.
Peccato che per paura che la cosa diventi di pubblico dominio e venga replicata a macchia d’olio in tutto il mondo sia stata indetta una vera e propria censura mediatica delle iniziative popolari intraprese da questa nazione.
Henry Ford una volta affermò: meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione.
Grazie al web ed ai libri sempre più persone stanno scoprendo la verità sul signoraggio; nessuno si augura che scoppi una rivoluzione ma la conoscenza è sicuramente un passo importante verso la consapevolezza del sistema monetario mondiale che sempre più spesso fa gli interessi di pochi a scapito della collettività .