Nuove Ricette Mediche: Tutta le Verità

Con le nuove ricette senza nome del farmaco, che riporteranno solo la dicitura del principio attivo, è previsto un forte risparmio per i consumatori che potranno scegliere il generico che costa meno. Medici case farmaceutiche invece sono sul piede di guerra e annunciano battaglie legali. Vediamo di scoprirne i motivi.

Dal 15 agosto scorso, è diventato legge l'obbligo per il medico di scrivere sulla ricetta il nome del principio attivo del farmaco prescritto invece del nome commerciale.

Puo' aggiungere, oltre alla sostanza contenuta nel farmaco, anche il nome commerciale di un medicinale solo nel caso in cui sia specificata la "non sostituibilita'", che va giustificata con una sintetica motivazione valida.

Solo in casi particolari il medico potrà ancora prescrivere uno specifico medicinale di marca. Aggiungendo la dicitura non sostituibile.

Il farmacista è tenuto a fornire al paziente il medicinale che costa meno fra quelli contenenti il principio attivo indicato dal medico.

Nonostante il provvedimento del governo per incentivare l’uso dei farmaci generici sembra che una volta tanto vada nell’interesse della gente, i medici e le industrie del settore invece di collaborare stanno facendo di tutto per boicottarlo.

Eppure è risaputo che i farmaci equivalenti o generici che dir si voglia sono uguali in tutto e per tutto a quelli griffati e spesso pubblicizzati in tv.

L’unica differenza tra un farmaco e il suo equivalente generico è rappresentata dal nome e dal prezzo che è più basso.



Il principio attivo, la composizione chimica e le indicazioni terapeutiche sono identici.

Se fino a poco tempo fa tutti erano concordi su questo punto, guarda caso ora salta fuori che la composizione dell’equivalente potrebbe cambiare fino al 20% rispetto al griffato; così, da un giorno all'altro.

Secondo le stime fatte dalle associazioni di consumatori, con la nuova normativa di legge  si potranno avere risparmi per 6-700 milioni di euro annui.

Il consumo di farmaci generici in Italia si attesta attualmente attorno al 16-18% contro il 40 – 50% di molti altri paesi europei.

Di parere contrario la Fimmg (federazione italiana medici di medicina generale) che, oltre ad aver chiesto al ministero competente la convocazione di un tavolo di trattativa,  si riserva di decidere il da farsi prendendosi 30 giorni di tempo, così come previsto dalla Convenzione con il Servizio sanitario nazionale.

Sicuramente tanti i dubbi e i punti oscuri, che un comune cittadino difficilmente riuscirebbe a chiarire.

La prescrizione obbligatoria del generico potrebbe sembrare una forzatura per il paziente e non un vantaggio,  poichè non è più libero di scegliere. Pressioni da parte delle ditte che commercializzano i generici?




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