Nei prossimi anni si potrebbe fare il pieno usando l’acqua del mare. Questo grazie ad una scoperta fatta dagli scienziati americani del Naval Research Laboratory della Marina degli Stati Uniti che sono riusciti a trasformare in carburante proprio l’acqua marina.
Il risultato è frutto di un lavoro durato ben 9 anni; dopo molti studi e test i ricercatori statunitensi sono riusciti nell’arduo compito di catturare simultaneamente la Co2 e l’idrogeno contenuti nel liquido marino, facendone un carburante.
Non solo per risparmiare benzina ma anche per salvaguardare il pianeta e lasciare ai nostri figli un mondo migliore in cui vivere.
L’idea alla base della scoperta parte dal presupposto che gli idrocarburi, composti essenzialmente da carbonio e idrogeno, sono presenti in enormi quantità nel’acqua salata di mari e oceani.
Hanno quindi utilizzato un trasformatore catalitico per convertire le sostanze ottenute dal processo di trasformazione dallo stato gassoso a quello liquido.
Secondo le dichiarazioni del viceammiraglio Philip Cullom, si è ottenuto in tal modo una sorta di cherosene economico e pulito che può essere utilizzato, senza apportare alcuna modifica ai motori, per alimentare a basso costo le navi e gli aerei militari.
Si potrebbero avere infatti scorte di carburante direttamente in mare, riducendo la logistica, gli oneri ambientali e rafforzando quindi la sicurezza e l’indipendenza energetica.
C’è da dire che al momento il nuovo carburante marino, che tra l’altro sarebbe anche ecologico, è stato prodotto in quantità ridottissime ma nel giro di qualche anno potrebbe diventare uno standard di uso comune.
Occorre ancora circa un decennio per migliorane l’efficienza e produrlo su larga scala ma la strada verso i carburanti low cost non inquinanti ormai è stata segnata.
Per dimostrarne l’efficacia, la fattibilità ed il funzionamento, la benzina marina è stata usata con successo per far volare un modellino di aereo dotato di motore a scoppio.
Ben vengano tutte le tecnologie capaci di produrre energie pulite e a basso costo, ma un dubbio sorge spontaneo: se in futuro l’acqua salata diventasse il sostituto del petrolio o delle altre fonti fossili, quanto ci metteremmo noi umani a stravolgere gli equilibri climatici consumando più del dovuto le risorse idriche?
Forse sarebbe meglio adottare qualcuna delle tante tecnologia già esistenti e realmente sostenibili.