Per assolvere al proprio compito, la radiotelevisione di Stato dovrebbe avere un Contratto di Servizio, documento attraverso cui vengono chiarite le attività da svolgere per essere considerata a tutti gli effetti servizio pubblico. Peccato che tale contratto sia scaduto 3 anni addietro senza essere rinnovato ma il canone si paga ugualmente.
Dal 2012 dunque, non c’è più alcun atto che sancisce le finalità di servizio pubblico che si configura:
nel garantire all’universalità dell’utenza un’ampia gamma di programmazione e un’offerta di trasmissioni equilibrate e varie, di tutti i generi, al fine di soddisfare, con riferimento al contesto nazionale ed europeo, le esigenze democratiche, culturali e sociali della collettività, di assicurare qualità dell’informazione, pluralismo, inclusa la diversità culturale e linguistica intesa nel quadro della più ampia identità nazionale italiana e comunque ribadendo il valore indiscutibile della coesione nazionale.
Questo potrebbe rendere illegittimo il pagamento del Canone Rai visto che non vengono rispettate quelle che dovrebbero essere le priorità e le finalità delle emittenti nazionali.
Senza il contratto di servizio infatti, viene a mancare il documento fondamentale, attraverso cui noi cittadini possiamo (o meglio potremmo) verificare e capire per quale motivo siamo tenuti al pagamento ogni anno della tassa sul televisore, e quali sono i servizi ottenuti in cambio.
Dunque nell’ultimo triennio, stiamo pagando un canone senza però sapere dove vanno a finire i soldi riscossi e a quali servizi e attività vengono destinati.
Trasparenza, qualità e quantità di servizi offerti ai cittadini, in particolar modo quelli diversamente abili, garanzie per una effettiva pluralità nell’informazione, tutela dei minori, peso degli spazi pubblicitari, ecc.
Ormai non ne sappiamo più nulla. Per tale motivo, sarebbe ora che chi di dovere, cioè la nuova Presidenza della Rai, insieme alla Commissione di Vigilanza, si desse da fare a procedere con la massima celerità alla stesura e adozione del nuovo contratto di servizio, prima che si cominci a parlare di canone rai 2016.
Magari coinvolgendo anche le Associazioni dei consumatori e di tutela dei cittadini e degli utenti, al fine di individuare priorità per il servizio pubblico il più possibile condivise con gli azionisti e utenti dello stesso.
E se ciò non dovesse accadere, ci si augura almeno che qualcuno influente o in grado di prendere decisioni, si renda conto che senza i presupposti sopra indicati, il Canone è illegale e non va in alcun modo pagato.
Ovviamente il tema discusso in questo articolo non ha nulla a che fare con la bufala sulla finta sentenza del 30 dicembre 2013 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che andrebbe a trattare l’argomento legittimità del canone in Italia, cosa di fatto mai avvenuta.