Spiagge Libere: Legge in Materia

panoramica costa gallipolinaSpiagge libere: per chi va al mare, sempre più difficile trovarle. Per fare il bagno, anche senza affittare sdraio e ombrelloni, bisogna pagare il biglietto d’ingresso. Questo solo in teoria poichè, di fatto, l’accesso libero e gratuito sia per raggiungere la battigia che per fare il bagno è garantito dalla legge.

Peccato che non tutti i cittadini ne siano al corrente.

Prima di approfondire l’argomento sappi che un buon sistema per risparmiare in vacanza al mare è quello di informarsi prima se nel luogo prescelto in cui desidera trascorrere le ferie sono disponibili spiagge libere accessibili a tutti.

Accesso in spiagga: cosa dice la legge

Normativa di riferimento è l’art. 1, comma 251, della legge 296/2006. Lo stesso cita testualmente: obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione.

Definizione di battigia

Per comprendere meglio i diritti di ogni cittadino al riguardo, occorre fare una precisazione.

Per battigia si intende quella parte di spiaggia che comunemente viene chiamata bagnasciuga contro cui le onde si infrangono al suolo.

Sempre secondo la legge, tra tale area e gli stabilimenti balneari a pagamento deve esserci obbligatoriamente una fascia libera di transito larga 5 metri; nel caso in cui la profonditĂ  totale della spiaggia sia al di sotto dei 20 metri, comunque deve esserci uno spazio minimo di 3 metri, che vanno a sommarsi al bagnasciuga.

Diritto al raggiungimento della battigia

Scioglie qualsiasi dubbio quanto riportato nel comma 254 della suddetta normativa: le Regioni devono individuare un corretto equilibrio tra le aree concesse a soggetti privati e gli arenili liberamente fruibili, le modalita’ e la collocazione dei varchi necessari al fine di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione.

La legge è talmente chiara che non c’è nulla da interpretare.

Non si capisce allora come mai la maggior parte degli stabilimenti balneari presenti sul territorio nazionale pretendano, infrangendo la legge, il pagamento di un pedaggio anche a chi vuole fare il bagno o accedere alla battigia senza affittare sdraio e ombrelloni.

Si tratta infatti di un’area esclusa dalla concessione, sulla quale il concessionario non può vantare alcun diritto.

Tutti vi possono transitare, ma non vi possono essere collocati oggetti ingombranti quali ombrelloni o sdraio, poiché deve essere garantito il passaggio. Secondo i gestori delle spiagge la legge rende obbligatorio l’accesso alla battigia in maniera troppo rigorosa, creando problemi di sicurezza.

Vero è che chi entra può fare il bagno, ma non può appoggiare niente, sempre secondo loro, sulla battigia o sullo spazio antistante.



Ma quanti di voi hanno mai trovato una spiaggia attrezzata con uno spazio libero dai 3 ai 5 metri dal bagnasciuga? Sono sempre pieni di ombrelloni, sdraio e lettini, fino a pochi passi dal mare.

Non si comprende allora come mai possono esserci i clienti con tanto di ingombri a pagamento, mentre chi non vuole pagare non ha nemmeno il diritto di posare un asciugamano e i propri effetti personali.

Le stesse regole valgono sia per i bagnanti che per i gestori. Per essere precisi, non è consentito ingombrarla con oggetti voluminosi, quali ombrelloni, sdraio o altro perché il passaggio deve essere consentito a tutti, anche ai fini della sicurezza, ma è lecito appoggiare un asciugamano.

L’importanza di essere informati

La crisi economica negli ultimi anni attanaglia sempre più le famiglie; poichè le mete balneari sono in testa tra i luoghi di vacanza preferiti dagli italiani, è sempre più sentita l’esigenza di trovare spiagge libere, visto che i costi di sdraio e ombrellone continuano a lievitare.

Poichè raggiungere il mare senza pagare il biglietto è sempre più difficile, sia per la mancanza di spiagge libere, sia perchè le poche disponibili spesso non hanno vie d’accesso percorribili,  è bene sapere che nessuno può negare il diritto di accesso libero e di utilizzo della battigia.

Vero è che una famiglia non può certo recarsi al mare magari con figli al seguito e sostare per delle ore sullo spazio concesso dalla legge. In ogni caso è sempre un bene conoscere i propri diritti visto che, se qualcuno si dovesse permettere di impedire l’accesso, potrebbe essere tranquillamente denunciato.

In caso di violazioni, ci si può rivolgere alla Polizia Municipale, ai Carabinieri, oppure alla Capitaneria di porto.

Come trovare le spiagge libere

Basta una semplice ricerca su internet attraverso Google e il gioco è fatto. Si inserisce il nome del luogo in cui si vorrebbero trascorrere le vacanze, preceduto dalla dicitura spiagge libere. Ad esempio: Otranto spiagge libere.

Consultando i risultati ci si può rendere conto se nella zona prescelta ci sono luoghi di mare in cui non bisogna pagare il biglietto (cosa che ribadisco è vietata ovunque) ed inoltre si può sostare in spiaggia con lettino e ombrellone propri senza spendere nulla.

I soldi in meno spesi evitando di pagare per sdraio e ombrellone, possono rimanere nelle nostre tasche e impiegati in altro modo, oppure essere utilizzati per prolungare il periodo di vacanza. Chissà che la cosa non sia di stimolo anche per le amministrazioni locali delle zone di mare.

Se questa infatti diventasse una pratica comune, molto probabilmente i sindaci o chi per loro, sarebbero piĂą propensi a rispettare la legge che impone un equilibrio tra spiagge attrezzate e spiagge libere, pena veder dirottare il flusso turistico verso altre zone.

 







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