Stavolta l’idea innovativa arriva dalla Polonia, dove tre creativi si sono inventati una linea di abbigliamento consistente in capi di vestiario, rivolti ad un pubblico femminile, che hanno la particolarità di trasformarsi in maniera semplice in capi diversi a seconda dei gusti di ogni cliente.
Si tratta di veri e propri abiti modulari, personalizzati con cerniere nascoste, che hanno la funzione di trasformare i capi stessi in indumenti diversi.
Praticamente chi li indossa può modificarli agendo sulle zip per soddisfare i propri gusti personali del momento.
Un look sportivo si può trasformare in uno stile elegante, un vestito lungo può diventare una mini gonna, ecc; gli esempi di personalizzazione sono davvero tanti.
In più, grazie al servizio su misura, ogni cliente può personalizzare ulteriormente con combinazioni di colore diversi o elementi di vestiario aggiuntivi, qualsiasi look scelto; ogni singolo abito BLESSUS, riceve poi un certificato individuale ed è contrassegnato con un numero di serie.
Così come spiegato dagli stessi ideatori del business che con la loro geniale intuizione sono riusciti in poco tempo ad attirare l’interesse di molti media, i loro capi di abbigliamento sono stati concepiti in particolar modo per le donne sempre impegnate che vogliono essere alla moda ed hanno quindi l’esigenza di cambiare look più volte al giorno.
L’azienda in questione, Blessus, è stata concepita dalla creatività di un trio composto dai designer Michael Hekmat (che tra l’altro si è laureato in Italia all’Istituto marangoni dell’Università di Milano), dalla Graphic Design Marta Matuszewsk e dall’economista Marcin Korytowski.
Parte più importante dell’innovativa linea di abbigliamento curata nel più piccolo dettaglio, è la cerniera, grazie alla quale uno vestito modulare può diventare un intero guardaroba.
Praticamente, tranne la personalizzazione dei tessuti, l’unico limite è la fantasia.
L’innovazione da cui è scaturito Blessus, che propone la sua linea di abbigliamento anche in vendita online, preannuncia un successo che potrebbe essere replicato da altre aziende toccate dalla crisi che già operano nel settore manufatturiero.