Gli interessi di mora per pagamenti relativi a somme iscritte a ruolo avvenuti in ritardato aumentano dal 1°maggio, passando dal 4,55 al 5,2233%. Gli interessi saranno calcolati dalla data di notifica della cartella e fino alla data del versamento, ad esclusione di sanzioni ed altri interessi applicati.
Il tasso di interesse viene deciso attraverso un decreto emanato dal Ministero delle Finanze che prende come parametro di riferimento il tasso bancario medio.
Per il 2013 il tasso di interesse applicato è stato ritoccato al rialzo, in controtendenza rispetto a quanto avvenuto negli ultimi anni.
Infatti, dal 2009 al 2012 si era passati dal 6,8358 al 4,5504 dell’anno scorso, per poi aumentare nuovamente (di ben il 15%) così come avvenuto nel giorni scorsi .
Il recente valore, stabilito dall’Agenzia delle Entrate tramite provvedimento risalente al 4 marzo scorso, è stato comunicato martedì 30 aprile dalla circolare n. 68/2013 diffusa dall’Inps che ha come oggetto Misura degli interessi di mora per ritardato pagamento delle somme iscritte a ruolo.
I suddetti interessi sono dovuti anche nell’ipotesi in cui venga chiesta la rateazione trascorsi a 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento.
In tale circostanza il calcolo degli interessi avviene dalla data di notifica della cartella e fino al giorno di presentazione dell’istanza di rateizzazione.
Una vera assurdità se si pensa che siamo in un momento drammatico in cui, oltre alla pressione fiscale record, a causa della crisi economica sempre più famiglie fanno letteralmente fatica a sopravvivere.
Proprio quando servirebbero interventi a sostegno delle persone in difficoltà, si va nella direzione opposta vessando ancor di più chi già si trova in stato di disagio economico.
Per tentare di bloccare l’aumento sconsiderato degli interessi di mora sulle cartelle di pagamento è stata lanciata una petizione (se ne stanno occupando Adusbef, Federconsumatori e Codici) che sarà posta all’attenzione del governo e chiederà la revisione del sistema sanzionatorio, con un tetto massimo del 20% sul dovuto.
La petizione chiederà anche che venga rivisto il sistema d’interessi applicati, ridotti i costi e gli oneri aggiuntivi a quelli effettivamente sostenuti, che non possano essere pignorate le prime case e che vengano limitate le iscrizioni ipotecarie e i fermi amministrativi.
La novità è stata introdotta con l’entrata in vigore dell’ultima legge di stabilità (2013).
Per chi non ne fosse ancora al corrente, ricordiamo che a partire dal primo luglio prossimo, le cartelle esattoriali fino a 2 mila euro andranno in prescrizione e non bisognerà più pagarle, a patto che rispettino determinati requisiti.