Banche, istituti di credito e finanziari: la maggior parte della gente si fida sempre meno. La scarsa fiducia, aggravata dalla crisi finanziaria, è stata registrata da un sondaggio dell'Adusbef che conferma quanto emerso anche nell'ultimo rapporto Eurispes. Vessazioni, abusi e soprusi, vengono registrati quotidianamente dai cittadini.
I risparmiatori sono piuttosto scettici rispetto alla capacità delle banche di contribuire allo sviluppo dei nuclei familiari, delle aziende e più in generale della crescita dell’economia.
Secondo l'Eurispes l'88,3% della popolazione un giudizio negativo delle banche.
L'indagine Adusbef(condotta su più di 1000 consumatori)  rappresenta un chiaro indicatore del sentimento nutrito verso le istituzioni finanziarie.
Alla domanda " Quanta fiducia ha nelle banche?" solo il 4% degli intervistati ha risposto molta, il 10% abbastanza, il 33% poca e addirittura il 53% nessuna.
La prova di questa mancanza di fiducia è la destinazione dei risparmi: il 70% preferirebbe affidarsi ai titoli di Stato ritenuti più affidabili, il 10% ai buoni postali, il 5% ai certificati di depositi, l’1% ai fondi comuni.
Le banche sono ritenute molto scorrette per il 50%, scorrette per il 27%, abbastanza scorrette per il 12% degli intervistati, mentre l’8% pensa che le banche facciano solo i propri interessi.
Solo l’1% del campione intervistato ritiene che le banche siano corrette.
Purtroppo in molti casi usare le banche e i servizi annessi e connessi è una costrizione imposta dal sistema che obbliga ad esempio ad avere l'accredito dello stipendio in cambio di una tassa, pagare un costo fisso anche per avere dei depositi e via dicendo.
Niente di strano in questo se non fosse per il fatto che, quando il cittadino o l'impresa hanno bisogno di un aiuto economico, le banche sono sempre meno propense a concedere prestiti, finanziamenti, mutui o qualsiasi altro tipo di accesso al credito.
Spesso anche le più semplici operazioni bancarie, come cambiare un assegno di piccolo importo, presso lo sportello dove è tratto ed è radicato il conto corrente diventa un'impresa ardua.
Le banche preferiscono negare il cambio in contanti  dei titoli di credito, imponendo che venga versato sul conto corrente, in modo da poter lucrare le commissioni, di versamento e di prelievo ed i giorni di valuta, oltre ad evitare qualsiasi eventuale rischio.
Dalla ricerca Eurispes è emerso un giudizio molto critico anche per l’onerosità dei tassi d’interesse applicati ai prestiti.
Costi eccessivi per le operazioni allo sportello e per la gestione dei conti correnti: la media italiana è di 295 euro, contro 114 dei Paesi intracomunitari.
Per il 57,3% degli intervistati da Eurispes, c'è un peggioramento della situazione economica individuale nell’ultimo anno.
Inoltre, la poca trasparenza, alti costi bancari ed il fenomeno del risparmio tradito, hanno portato le banche ad essere considerate tra le più odiate dagli italiani.
Infine, non dimentichiamo la paura di un possibile default dell'Italia, situazione in cui lo stato potrebbe bloccare in tutto o in parte i risparmi dei cittadini.
Gli istituti bancari e di credito hanno sicuramente molte delle colpe attribuite; al resto ci ha pensato chi, pur avendone il potere, non ha saputo e non sa (o non vuole) risollevare le sorti dell'economia. Il materasso tornerà ad essere più sicuro delle banche?