Spesa Low Cost coi Social Market

Fare la spesa spendendo poco da qualche giorno è possibile, presso alcuni supermercati, dedicati alle tante famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Un aiuto concreto a tutte le persone che a causa di difficoltà economiche stentano perfino a comprare il cibo.


Pochi prodotti, venduti ad un prezzo simbolico, ma che per tanta gente rappresentano l’unico modo per reperire qualcosa da mangiare.

Il nuovo sistema sociale che cerca di garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi sociali ritenuti indispensabili per la sopravvivenza, è sostenuto dall’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo ed è stato ideato dall’Associazione Terza Settimana.

Tanti i volontari che si dedicano al progetto: studenti, padri e madri di famiglia, persone in stato di disagio che altrimenti non saprebbero come fare per procurarsi l’indispensabile almeno per sfamarsi.

Luoghi spartani, con scaffalature ridotte all’essenziale, in cui sono riposte le merci, per così dire, in vendita.

Di fatto i prezzi dei prodotti sono solo simbolici visto che, a causa della crisi economica, c’è tanta gente che altrimenti non sarebbe in grado di pagare a prescindere dal costo.

Praticamente nessun ricarico e nessun guadagno sul venduto: prezzi pari al costo ma riservati a chi è in stato di disagio che può, in base alle proprie possibilità, contribuire pagando cifre irrisorie, o addirittura fare la spesa a costo zero.

Chi può contribuisce alla spesa solo per il 50%, mentre per i casi più gravi segnalati dalla Caritas gli acquisti sono totalmente coperti. Sugli scaffali i beni alimentari più essenziali per vivere.

Tra l’altro i prezzi sono introvabili altrove: succhi di frutta a 12 centesimi, pacchi di biscotti a 43 centesimi, ma anche pasta, riso, olio, carne in scatola, caffè, tonno, fagioli, detersivo, sapone, il tutto letteralmente sottocosto.

Un paniere ridotto all’essenziale ma insostituibile per molti.

Se non si può contribuire economicamente, ci si può sdebitare comunque, dedicando 4 ore di volontariato al mese e senza vivere l’umiliazione di aver fatto la spesa gratis.

Tanti anziani, tante persone comuni, con una vita normale; molte famiglie senza più un reddito che dopo aver perso il lavoro si ritrovano col frigo vuoto e senza nemmeno l’indispensabile per sfamare i propri figli.

Ma il progetto non si ferma qui: oltre ad aiutare la gente in stato di disagio fornendo loro l’indispensabile almeno per cibarsi, vengono attivati piccoli progetti, sempre ad opera dei volontari, consistenti in programmi personalizzati, come ad esempio corsi di riqualificazione, borse lavoro ed altro.

Il primo social market destinato a famiglie bisognose o in difficoltà economiche che permette di fare la spesa risparmiando, spendendo poco o addirittura a costo zero è stato aperto a Torino; visto che la crisi economica è fortemente sentita dalle famiglie di tutta Italia, si spera che ben presto i social market aprano anche in altre città del bel paese.






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