Sospensione Visite Fiscali: Chiarimenti Inps

    controllo medicoIn seguito alla notizia dei giorni scorsi secondo cui l’istituto nazionale di previdenza sociale, per risparmiare, sospenderebbe le visite fiscali, c’è stata una precisazione dell’ente finalizzata a chiarire alcuni aspetti.


    L’Inps ha fatto sapere infatti che la sospensione delle visite fiscali non riguarda il pubblico impiego, bensì esclusivamente i lavoratori del settore privato. La nota diramata ha chiarito la natura del provvedimento con cui era stato dato annuncio della notizia.

    Nel comunicato si spiega che il provvedimento riguarda solo le visite disposte d’ufficio (non previste per il settore pubblico, che prevede le visite solo previa richiesta da parte della pubblica amministrazione).

    Ma se non erano previste perchè finora si facevano regolarmente? O almeno così sembra visto che, altrimenti, l’Inps non avrebbe avuto motivo di far sapere che d’ora in poi non le farà più. Sempre secondo la nota, il provvedimento non avrà alcun impatto sul lavoro pubblico.

    Ma anche qui qualche dubbio rimane visto che, le pubbliche amministrazioni, se chiedono le visite di controllo dovranno comunque pagarle così come avviene per le aziende private. Ma allora dove sta il decantato risparmio derivante dallo stop alle visite di controllo?

    Se ciò che non spende l’Inps dovrà sborsarlo la pubblica amministrazione, non si tratterà sempre di soldi che escono dalle casse dello Stato? Si dovrebbe parlare solo di spostamento della spesa e non di risparmio!

    E se risparmio sarà, praticamente nulla è cambiato nella sostanza, rispetto alla notizia divulgata dai media precedentemente all’uscita del comunicato riportato in questo articolo.

    Infatti l’ipotesi più plausibile che potrebbe verificarsi sarà senza dubbio la seguente: se l’Inps non farà le visite fiscali d’ufficio per risparmiare, le PA non le richiederanno, anch’esse per spendere meno.

    Continueranno ad aumentare le assenze per malattia (?) e anche le spese dell’ente che dovrà pagare un numero di indennità maggiori.

    A pensar male si potrebbe addirittura ipotizzare una strategia ben congegnata per indurre i dipendenti pubblici a darsi malati pur senza esserlo di fatto.

    Se così fosse infatti, da una parte crescerebbero le spese dell’Inps, ma le casse erariali si svuoterebbero meno perchè l’indennità di malattia viene pagata in misura inferiore rispetto ai giorni effettivamente lavorativi.

    Se davvero si vuole risparmiare, non sarebbe meglio licenziare in tronco, oltre ai malati immaginari, anche quelli che timbrano il cartellino e abbandonano il posto di lavoro per fare i propri porci comodi?

    Ed ecco che l’eventualità che gioca a favore dei dipendenti pubblici fannulloni, riemerge tale e quale a quella descritta nel post riguardante il blocco delle visite fiscali.




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