Separazione: come Risparmiare

finte separazioniFinte separazioni per ottenere vantaggi economici e fiscali. Marito e moglie si separano, magari ad ognuno va una delle case di proprietà della famiglia. Risultando come prima casa entrambi i coniugi non pagano Ici. I figli si fanno risultare in adozione al coniuge col reddito più basso. Abbassandosi l’indicatore economico si apre l’accesso a sussidi, riduzione tasse, sgravi fiscali.

La necessità di fronteggiare il carovita in tempo di crisi  ha lanciato in Italia una nuova tendenza: la finta separazione consensuale. Diverse fonti indicano un trend in ascesa; si attesta infatti intorno al 5% la percentale di coppie sposate che adottano questo stratagemma.

L’ingegnoso trucco permette alle famiglie di beneficiare di sgravi fiscali, riduzioni del prezzo delle bollette, assegni familiari più cospicui e facilitazioni varie. Le cosidette separazioni simulate, consentono ai nuclei familiari di condurre il solito menage e di continuare a vivere insieme nella solita casa coniugale.

Come funziona? Basta chiedere una separazione consensuale. Dato che il reddito non si cumula con quello del coniuge, il risparmio é effettivo e riguarda bollette, tasse scolastiche, imposta sugli immobili, spese mediche e medicinali, posti macchina, assegni familiari e molto altro.



L’Ici è la voce di risparmio più consistente ma anche l’esenzione sanitaria, le tasse scolastiche e le utenze delle seconde abitazioni hanno un peso rilevante. In uno spazio temporale di circa 6 mesi si ci si ritrova da sposati a finti separati.

Una volta espletata la parte burocratica, basta aspettare il tempo necessario alla ratifica della richiesta che il giudice accoglie senza essere tenuto ad effettuare alcun riscontro. Nei casi in cui bisogna ricorrere all’ausilio di un legale, l’investimento si attesta intorno ai 2000 euro e ciò nonostante risulta essere comunque economicamente redditizio.

In alcuni tribunali di diverse città è addirittura possibile svolgere l’operazione senza bisogno di avvalersi del supporto di un legale. Ove ciò è consentito, basta scaricare gli appositi moduli da internet, compilarli e presentare l’istanza in cancelleria in attesa dell’udienza.

Sia il giudice che l’avvocato non sono tenuti a verificare e ratificare la volontà dei coniugi, spiega l’Avv. matrimonialista Gian Ettore Gassani in un articolo apparso su Repubblica.it.




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