Fare soldi coi dialetti

Guadagnare col vernacoloNell’era della globalizzazione, un campanilismo sempre più incalzante regna sovrano in Italia.

L’attaccamento alla propria città, ai suoi usi e costumi e alle sue tradizioni, seppure spesso sfocia in sentimenti che portano a dividere  piuttosto che unire, può essere un modo per non perdere la propria identità storico-culturale.

Mi piace pensare a questa seconda ipotesi quando sento parlare di trovate finalizzate a promuovere le culture locali.

In tutta Italia spopolano le iniziative  incentrate sui dialetti dai quali, spesso, emergono veri e propri business.

Nel campo della comunicazione, tante le emittenti che hanno messo in piedi notiziari locali in dialetto.

Telepadania ad esempio li trasmette ogni sabato, l’emittente campana Teleakery trasmette in dialetto napoletano, mentre a Taranto impazza Tg Nuestre, che rivendica il primato di essere stato il primo in Italia ad essere trasmesso in lingua dialettale. Probabilmente ce ne molti altri che non conosco.

Nel campo imprenditoriale, in svariate zone d’Italia riscuotono un buon successo le tshirt stampate con frasi dialettali. Mi è capitato di vederne in romanesco, in napoletano, ed in leccese.

Per quanto riguarda quest’ultimo dialetto sono molto note nel Salento le magliette realizzate da Lu Salentu.

L’azienda, cogliendo le espressioni linguistiche locali, ha realizzato un vero e proprio business delle t-shirt. Apro una piccola parentesi poiché, per quanto riguarda le manifestazioni e le iniziative imprenditoriali a sfondo dialettal-popolar-culturale, il Salento è conosciuto in tutto il mondo.

Ambito musicale


La Notte della Taranta
, manifestazione canora conosciuta e seguita in tutto il mondo.

Sud Sound System: gruppo musicale sul genere Reggae-ragamuffin cantato in dialetto locale, le cui canzoni sono conosciute anche oltralpe.

Enigmistica

cruciverba di vario tipo, crucintarsio, rebus, puzzle, crittogrammi, indovinelli, tutti rigorosamente a tema sul Salento, nel periodico capillarmente distribuito in tutta la provincia denominato proprio Crucisalento e magistralmente realizzato da Roberta Vittorini.

Tradizioni popolari

migliaia di sagre e fiere da marzo a novembre che ogni anno accolgono migliaia di visitatori e turisti non solo italiani, muovendo un business abbastanza  rilevante per tutta l’economia locale.

Tornando all’ambito nazionale, non è da meno il campo informatico, in cui spopolano diversi software che sicuramente avranno dato il loro bel ritorno in qualche modo ai relativi programmatori. Ne cito qualcuno ma vi garantisco ce ne sono a centinaia.

POL.I Suite:
la prima suite integrata di programmi da ufficio interamente in dialetto paternese.

Notepad in Milanese:
risorsa trovata su milanofree , mentre qui potete trovare la versione in napoletano .

Moltissimi personaggi artistici del cabaret, dello spettacolo e della canzone da anni si esibiscono sfruttando il proprio dialetto.

Perfino l’ambito religioso sembra seguire la tendenza: molti preti dichiarano di celebrare le proprie funzioni attingendo spesso al dialetto, per rendere più efficaci i messaggi rivolti ai fedeli.

Non capisco lo sbigottimento di coloro che hanno gridato allo scandalo nell’apprendere la notizia secondo cui, dalla prossima edizione, al Festival di Sanremo si potrà cantare in dialetto.

Per essere pignoli, la definizione esatta sarà: canzoni in lingua etnica.

Eppure sul palco dell’Ariston, non è la prima volta che l’artista di turno si esibisce cantando qualche strofa della propria canzone in dialetto.

Solo qualche strofa, poiché non erano consentite, fino ad oggi, intere canzoni in lingua dialettale.

Infatti qualche anno fa, Nino D’Angelo fu escluso dalla manifestazione canora proprio per aver presentato un pezzo il cui testo era interamente in napoletano.

Diversi estati fa Umberto Bossi si fece promotore della voglia di riscatto del vernacolo, chiedendo a gran voce che il linguaggio dialettale diventasse protagonista nella manifestazione della città dei fiori.

Riguardo la vicenda Nino D’Angelo ha così commentato:

“Ma vi pare possibile che un napoletano debba ringraziare la Lega?”

A quanto pare gli organizzatori del festival non si sono fatti pregare 2 volte, visto il calo degli ascolti subito nelle ultime edizioni.

Sarà il dialetto a far salire l’audience?

I presupposti sembrano essere favorevoli.

Anche in questo caso, è sempre e solo il business a muovere il cambiamento: i dialetti di sicuro faranno egregiamente la propria parte.

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