Evasione Fiscale: Italia al Primo Posto

Secondo una recente indagine, l’Italia è la nazione europea col più alto tasso di evasione fiscale.

Più del 50% del reddito non viene dichiarato.

Circa la metà degli evasori cerca di non pagare le tasse per la profonda insoddisfazione per i servizi erogati dallo stato a fronte di un pesante prelievo fiscale.

Se si riuscisse a colpire gli evasori fiscali, secondo l’opinione di molti si pagherebbero meno tasse, ma ciò comporta che ci sia un maggior impegno da parte dello Stato.

Classifica evasori europei

L’Italia è al primo posto (54,5% del reddito non dichiarato), seguita da Romania (42,4%),  Bulgaria (39,8%), Estonia (38,2%), Slovacchia (35,4%).

Ultimi nella lista sono l’Inghilterra con il 11,7%, il Belgio con il 10,1% e infine la Svezia con il 7,3%.

In Italia evadono in particolar modo le industrie (32,8%) le banche e le assicurazioni (28,3%).

Seguono i commercianti (11,7%), gli artigiani (10,9%), i liberi professionisti (8,9%) e i lavoratori dipendenti (7,4%).

Nel bel paese l’evasione è diffusa soprattutto al Nord Ovest (29,4% del totale nazionale), seguito dal Sud (24,5%), dal Centro (23,2%) e dal Nord Ovest (22,9%). In Lombardia si è registrato il maggior aumento dell’evasione fiscale con il 14,7%.

Ragioni dell’Evasione Fiscale

Tra gli altri motivi che spingono a evadere le tasse risultano  esserci la complessità delle norme italiane, il mancato rispetto dei diritti dei contribuenti, la scarsità dei controlli e la mancanza di cultura della legalità.

Ciò che incentiva maggiormente l’evasione fiscale risulta essere in particolar modo l’inefficienza della pubblica amministrazione, la scarsa qualità dei servizi offerti e le violazioni dei diritti del contribuente.

Conseguenze dell’evasione fiscale

Qualsiasi atto finalizzato a ridurre o eliminare il prelievo fiscale, riduce le entrate dello Stato e di conseguenza le risorse per la collettività.

A farne le spese sono sopratutto le persone meno abbienti.



Spesso succede poi che chi non dovrebbe, usufruisce di servizi o facilitazioni sottraendo tali risorse a chi spetterebbero di diritto e di necessità.

Le opinioni politiche in italia, nei confronti delle tasse sono sostanzialmente due: Pagare tutti per pagare meno, Pagare meno per pagare tutti.

Secondo la prima scuola di pensiero, quando l’evasione sarà sconfitta o ridotta, le tasse potranno essere ridimensionate.

La seconda teoria invece ipotizza come presupposto un abbassamento delle tasse che stimolerebbe i contribuenti a pagare quanto dovuto.

C’è una terza via che può contribuire a debellare la piaga dell’evasione fiscale in Italia: un cambiamento culturale, ovvero, nell’assimilare il concetto che il denaro delle tasse contribuisce al bene comune e allo sviluppo sociale e dei servizi al cittadino.

Purtroppo è difficile in Italia trasmettere questo messaggio, per un semplice motivo:  la nostra classe politica, in quanto a incoerenze e privilegi, probabilmente non ha eguali in Europa.

Un piccolo esempio? Qualsiasi cittadino italiano attualmente va in pensione a 60 anni di età con 36 anni di contributi, oppure a 61 anni di età con 35 anni di contributi versati.

Volete sapere invece attualmente un parlamentare dopo quanto tempo va in pensione?

Ai neo parlamentari bastano 5 anni di contributi mentre per gli altri sono sufficienti addirittura pochi giorni.

Ammontare delle pensione mensile di un parlamentare: da 2.400 a 9.900 (novemila e novecento)  euro al mese. Che cosa vuol dire questo?

Che pochi privilegiati prendono delle sostanziose pensioni pagando solo qualche spicciolo mentre la maggior parte dei cittadini prendono una pensione da fame dopo aver lavorato e pagato l’Inps per una vita intera.

Fermo restando che pagare è un dovere ed è giusto farlo, sicuramente gli italiani sarebbero più motivati a versare all’erario quanto dovuto se la politica per prima desse un forte segnale di cambiamento.







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